Numerose farmacie di Milano lanciano l'allarme, segnalando un'anomala impennata di richieste di farmaci a base di tramadolo, stupefacente noto anche col nome di "droga del combattente". Tra ricette contraffatte e esplicite minacce rivolte ai medici di famiglia per ottenerne la prescrizione, la situazione inizia a diventare preoccupante. Stando a quanto riferito da "Il Giorno", protagonisti di queste "estorsioni" sono spesso e volentieri dei malviventi di origini straniere.
"Droga del combattente"
Il tramadolo rientra nella categoria degli oppioidi, pertanto le pastiglie contenenti tale principio attivo possono essere acquistate solo con prescrizione medica. Da tempo il farmaco, che funge da antidolorifico, viene tuttavia utilizzato come stupefacente, specie in determinate zone del mondo, come l'Africa, il medio Oriente e il Sudest asiatico. Gli effetti euforici del medicinale, che consentono anche di contrastare la sensazione di fatica, lo hanno reso appetibile aldilà dell'uso medico: avrebbe ottenuto un così largo consenso tra i membri dell'Isis da guadagnarsi per questo motivo l'appellativo di "droga del combattente".
Consumo in aumento
Che dietro ci sia un giro di spaccio non è una novità, come dimostrato anche dall'individuazione di pastiglie a base di tramandolo in zone di smercio come i boschi del Varesotto. Si può citare anche l'inchiesta "Contramal", col medesimo principio attivo, con cui i Nas misero in luce l'anomala impennata di prescrizioni di farmaci poi destinati al mercato estero.
Di recente alcuni farmacisti hanno iniziato a fare il nome di un medico di zona Barona, costretto in più occasioni da un gruppo di malviventi nordafricani a prescrivere il farmaco dietro esplicite minacce. Ovviamente le segnalazioni arrivano con la garanzia di totale anonimato. "Parliamo di un bravissimo medico condotto, escludo che ci guadagni qualcosa, è solo spaventato", racconta a il Giorno un farmacista del Lorenteggio.
"Purtroppo ha a che fare con malviventi dai modi aggressivi: probabilmente gli stessi venuti anche nella mia farmacia che hanno fatto polemiche a non finire quando abbiamo detto che non lo abbiamo. Fino a diversi mesi fa", puntualizza l'uomo, "registravamo una richiesta abnorme, oltre un centinaio di scatole al mese. Ora ci limitiamo a dispensarlo solo se prescritto da medici di nostra conoscenza che garantiscono l’uso medico".
Stessa situazione denunciata da professionisti operativi in zona Ticinese. A Milano il fenomeno è in preoccupante aumento, e l'unico modo per tutelarsi è quello di riferire che il medicinale non è disponibile.
Spesso e volentieri, inoltre, la richiesta viene effettuata con ricette chiaramente fasulle: "Contraffazioni a regola d’arte, erano compilate al computer ed era riprodotto pure il timbro del medico", racconta un professionista. "Un mese fa", ricorda un altro farmacista del milanese, "incrociando i dati della ricetta con le informazioni diramate dal nostro Ordine, abbiamo scoperto che proveniva da un ricettario rubato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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