"Non andiamo via". Gli islamici bloccano lo sfratto della moschea

All'arrivo dell'ufficiale giudiziario i fedeli si sono schierati per impedire lo sfratto. Il provvedimento viene sospeso: "Motivi di ordine pubblico"

"Non andiamo via". Gli islamici bloccano lo sfratto della moschea

L'ufficiale giudiziario è arrivato poco dopo le 10 per notificare lo sfratto della moschea. Le norme parlano chiaro: in quell'ex garage di piazza dei Ciompi, a Firenze, utilizzato poi come luogo di culto, gli islamici non possono più stare. Si tratterebbe infatti di occupazione non consentita, visto che il proprietario dell'immobile non ha rinnovato loro il contratto lamentando una morosità. Ma i fedeli e l'imam non intendono andarsene, almeno fino a quando non avranno un altro posto in cui pregare. Le autorità che stamani dovevano predisporre lo sgombero si sono trovate davanti centinaia di persone disposte su due file per impedire alle forze dell'ordine di accedere ai locali.

Lo sfratto della moschea

Dopo la preghiera mattutina del venerdì, i fedeli si sono fermati davanti alla moschea per una sorta di sit-in. "Questo è un luogo di culto, i fedeli fanno preghiera qui ed è inaccettabile che siano sfrattati. Il diritto di culto deve essere garantito da questo Stato. È un diritto umano", hanno scritto su una locandina, mentre la polizia attendeva di intervenire. L'ufficiale giudiziario e l'avvocato del proprietario dell'immobile, la società Finvi di Prato, si sono quindi trovati al centro dell'ennesimo muro contro muro gestito dagli agenti per evitare disordini. Sei mesi fa la comunità islamica aveva ricevuto l'avviso dello sfratto, ma pare che da allora non sia cambiato nulla. Nel frattempo, gli stessi fedeli non sono riusciti a trovare un altro luogo in cui trasferirsi.

L'imam: "Non andiamo via"

"Non sappiamo se ci sarà un rinvio dello sfratto, noi siamo qui a pregare. Non andiamo via finché non troviamo un'alternativa", ha avvertito l'imam di Firenze, Izzedin Elzir, durante il tentativo di sfratto della moschea in piazza. "Spero di poter trovare un altro luogo anche domani, anche stasera, non voglio danneggiare un'altra realtà. Ringrazio chi fa la sua parte per garantire i diritti a tutti: una parte di questo diritto è quello della proprietà e deve essere garantito, noi siamo i primi a dire che dobbiamo dare indietro lo spazio" ai proprietari, ha aggiunto il capo religioso della comunità islamica fiorentina. E ancora: "Voglio sottolineare che tutti abbiamo pagato gli affitti, tocca alla proprietà dimostrare che non sono stati pagati".

Salvini: "Rispetto della legalità"

Nei giorni scorsi sul caso si era espresso anche il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini, chiedendo che fosse garantita la legalità. "Se io occupassi abusivamente un negozio o un appartamento da un anno e mezzo, la forza pubblica mi chiederebbe di liberarli, funziona così in qualunque paese civile, italiano o straniero", aeva affermato il ministro, aggiungendo: "Il rispetto della legalità chiesto a qualunque altra confessione religiosa, o pratica professionale, mi sembra assolutamente normale". L'esponente di governo aveva poi assicurato di volersi confrontare sulla vicenda, balzata agli onori della cronaca nazionale, anche con il collega degli Interni Matteo Piantedosi.

Intanto, proprio nella mattinata di oggi, la Lega ha organizzato a Firenze un "presidio per affermare un punto importante: il diritto alla proprietà". A spiegare le ragioni dell'iniziativa, il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Federico Bussolin: "Lo sgombero della moschea abusiva si deve fare. Da novembre ne parliamo, qualcuno accusava il nostro presidio per la legalità di essere fuori moda come tematica. Il diritto allo sgombero di un immobile occupato con sentenza del giudice non è fuori moda".

Sfratto sospeso: "Motivi di ordine pubblico"

Alla fine della movimentata mattinata, lo sfratto per morosità è stato sospeso per rischi dell'ordine pubblico. "Così ha deciso l'ufficiale giudiziario in base al fatto che la forza pubblica ha deciso di non intervenire per motivi legati a problemi di ordine pubblico. Non parlo e non dirò una parola di più", ha affermato l'avvocato dei proprietari dell'immobile, Luca Negretti, al centro di interlocuzioni con l'ufficiale giudiziario e l'imam Izzedin Elzir all'interno della moschea. Negretti ha anche annunciato la remissione del prorprio mandato come legale della proprietà.

Nelle scorse settimane avevano fatto discutere le parole dell'imam, che al Corriere aveva spiegato la complessità della situazione così: "Siamo in 30mila persone e quanto di parla di persone, non tutte sono calme".

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