Cara Nicoletta,
il micio di cui lei parla è stato ammazzato a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, all'interno di un centro abitato, con una raffica di pallini di arma da fuoco ed è stato poi ritrovato in un'area incolta. Non si capisce se il micio moribondo si sia allontanato di un po' con tutte le forze che ancora gli erano rimaste nel corpo o se il suo assassino, dopo averlo ucciso, bersagliandolo di colpi, lo abbia raccolto e gettato in quel campo abbandonato come se fosse un rifiuto. Quello che è certo è che quest'uomo, individuato rapidamente dai carabinieri forestali dopo la denuncia contro ignoti formalizzata dalla custode del gattino macellato, ha agito in questa maniera brutale per punire la bestiola di avere attraversato con le sue zampine leggere un pezzetto della sua proprietà su cui era stata appena versata una colata di cemento fresco. E l'uomo non si è scomposto nel riportare questa versione ai carabinieri, come se fosse appunto lecito e normale stroncare la vita di un essere vivente perché ha pestato il nostro pezzettino di terra, infastidendoci.
Fa rabbrividire e disgusta la banalità assoluta della motivazione con la quale il tizio ha preteso di giustificare il suo gesto, che costituisce a tutti gli effetti un crimine, anzi due, dal momento che egli ora dovrà rispondere di due reati: uccisione di animale ed esplosioni pericolose. A stroncare mortalmente il felino, a quanto pare, è stato un colpo di fucile sparato a distanza ravvicinata. Ne possiamo desumere che questo criminale si sia divertito infierendo sul corpo già dilaniato del micio, continuando, pure dopo il colpo mortale, a trucidarlo di pallini. Non si potrà senza dubbio invocare in tal caso la legittima difesa, come già è stato fatto di recente e senza vergogna, quando sono state massacrate altre bestie, come il cervo o l'orso. Questa persona non potrà raccontarci di avere avuto timore nei confronti di un gattino. Qui c'è stato un palese godimento nell'uccidere nonché una piena volontà di farlo, quindi un desiderio di produrre la morte del micino, di seviziarlo, di annientarlo. Facile, già, accanirsi contro chi non può in alcun modo difendersi, allo scopo di dare sfogo ai propri bassi istinti e alla propria evidentissima pericolosità sociale.
Provo disgusto e orrore, proprio come te, cara Nicoletta. Mi chiedo inoltre come sia possibile che un soggetto così feroce e instabile, pronto a brutalizzare una creatura innocua, fosse in possesso di ben tre armi da fuoco e di oltre 500 cartucce, regolarmente detenute. Gente simile non dovrebbe essere munita del porto d'armi né dovrebbe disporre in casa di simili strumenti di morte.
È toccato a questo povero gatto. Sarebbe potuto toccare a chiunque.
Esprimo la mia
vicinanza alla custode di questo piccolo micio. E mi auguro che la Giustizia non sia clemente nei confronti di questo assassino.Non c'è Vita che abbia meno valore rispetto ad un'altra. Mettiamocelo in testa, sarebbe ora.
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