"Offende gli italiani". E il concerto di Bello Figo viene annullato

I testi delle sue canzoni giudicati offensivi. E, a seguito delle proteste sempre più numerose, gli organizzatori hanno deciso di annullare il concerto

Il rapper Bello Figo
Il rapper Bello Figo
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Avrebbe dovuto esibirsi nella città toscana il prossimo 16 giugno, nell'ambito di una manifestazione locale. L'annuncio del suo concerto aveva però suscitato polemiche: anche Forza Italia e Noi Moderati si erano detto contrari all'esibizione, giudicando i suoi brani sessisti ed offensivi nei confronti delle donne e degli italiani in generale. E alla fine, gli organizzatori hanno deciso di annullare l'evento: Bello Figo non si esibirà più a Prato.

Le strofe "incriminate"

Alcune strofe delle canzoni del cantante di origini ghanesi ("Non pago affitto. Io non faccio opraio. Tutti i miei amici son venuti con la barca, appena arrivati in Italia, abbiamo: casa, macchine, fighe") erano del resto già finite nell'occhio del ciclone in tutta Italia, in passato. Numerosi, dal 2016 in poi, i concerti del trentenne Paul Yeboah (questo il suo vero nome) annullati da Nord a Sud per timori legati all'ordine pubblico. C'era poi un precedente, sempre legato alla realtà laniera: Bello Figo avrebbe dovuto cantare in una piazza del centro storico locale già nel 2017, ma anche in quel caso chi organizzò l'iniziativa decise di fare un passo indietro a seguito del malcontento. E anche in questo frangente, nei giorni scorsi, il centrodestra si era fatto promotore delle perplessità emerse.

La protesta contro Bello Figo

"Pur rispettando la libertà di espressione e il diritto ad esibirsi, in questo caso, crediamo fermamente che la libertà non debba diventare anarchia - il commento della sezione locale di Noi Moderati, che fa riferimento al sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli - e che l’espressione non possa diventare offesa. Più volte sono stati contestati i suoi testi, senza contare le interrogazioni parlamentari di vari partiti. Fra i quali Fratelli d’Italia". Anche Forza Italia aveva auspicato una retromarcia, sempre alle luce dei brani che offenderebbero apertamente le donne, i lavoratori e i cittadini italiani. "Da liberale sono per non vietare a nessuno di esibirsi, nemmeno a questo rapper. Sono per non impedire a nessuno di dire la sua - ha premesso Erica Mazzetti, deputata di FI - forse questo rapper non conosce la dignità che deriva dal vero lavoro, né la storia della città di Prato. Questi fenomeni sono il sottoprodotto di anni in cui è mancata una cultura liberale, improntata allo sviluppo e alla crescita. Sta a noi adesso affermare un modello diverso. E, non me ne voglia questo rapper, migliore".

Il dietrofront degli organizzatori

In precedenza Bello Figo era stato attaccato anche da Italexit e dal Movimento Aurora. E a spegnere definitivamente la polemica hanno pensato nelle scorse ore gli stessi organizzatori del "Birra + Festival", la manifestazione all'interno della quale era prevista l'esibizione del rapper: il concerto non si farà più. Nemmeno stavolta.

"A livello istituzionale nessuno ci ha chiesto di fermarci - hanno dichiarato gli organizzatori al quotidiano La Nazione - si tratta di una scelta che prendiamo in autonomia per il senso di responsabilità verso la nostra clientela giovanile, perché si è creato un clima di protesta che non rispecchia lo spirito della musica e del divertimento. Quindi, se Bello Figo deve essere motivo di divisione, allora facciamo noi un passo indietro".

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