Ha finalmente un volto l'autore del danneggiamento di una sessantina di auto a Piove di Sacco e Brugine, in provincia di Padova. Si tratta di un 25enne residente in un campo nomadi della zona, che avrebbe confessato tutto. Le forze dell'ordine sono giunte all'identificazione del responsabile grazie a un lavoro d'indagine durato circa due settimane.
Le auto danneggiate
Tutto è partito a seguito di alcune segnalazioni relative al danneggiamento di diverse auto nelle strade di Piove di Sacco e Brugine, entrambe località site nella provincia di Padova. Sarebbero almeno 60 le vetture che hanno subito dei danni, molti dei quali relativi ai finestrini, mandati in frantumi. Atti vandalici che si sarebbero verificati nel cuore della notte. Nello specifico, a Piove di Secco sono state colpite 40 auto, mentre a Brugine circa 20. Oltre al danneggiamento, i veicoli sono stati anche depredati, con molti oggetti sottratti.
Dopo le denunce da parte dei legittimi proprietari sono partite le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Piove di Sacco. In circa 15 giorni, gli uomini dell'Arma sono giunti al presunto responsabile. Ciò è stato possibile anche al prezioso contributo delle videocamere di sorveglianza presenti nelle strade in cui sono stati commessi i raid. Grazie alla collaborazione degli agenti della polizia locale, i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo alle luci dell'alba di questa mattina (domenica 26 maggio) presso il campo nomadi di via Arzerini di Brugine.
All'interno del campo, gli agenti delle forze dell'ordine hanno rintracciato l'autore dei raid. Si tratta del 25enne J.M. Presso la sua abitazione, è stata trovata gran parte della refurtiva sottratta dalle auto danneggiate. Risultato essere, fra l'altro, un soggetto con precedenti, il giovane è stato portato in caserma per ulteriori accertamenti. Interrogato dagli uomini in divisa, avrebbe ammesso le proprie responsabilità: "Sì, sono stato io", avrebbe detto, come riportato da ll Messaggero.
Plauso del sindaco
Soddisfatto dell'operazione il sindaco di Brugine, Michele Giraldo. "Il silenzio di questi pochi giorni, è servito per avviare indagini e sviluppare nel migliore dei modi le indagini. Questo è il risultato di capacità investigative e non solo. Significa che le istituzioni del territorio lavorano e remano nello stesso verso, significa che il controllo del territorio non passa dai social ma da azioni concrete secondo quanto previsto dalle norme.
Il sistema di videosorveglianza comunale di Brugine e Piove di Sacco hanno fatto il loro lavoro, sviluppato poi con altri riscontri e spunti investigativi", ha dichiarato il primo cittadino, commentando il buon esito delle indagini.
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