Portava cocaina in carcere, avvocato nei guai

Il legale aveva portato quattro grammi di cocaina al proprio assistito dietro le sbarre. L'uomo è stato colto in flagrante ed è finito processo

Portava cocaina in carcere, avvocato nei guai

Guai per un avvocato romano, accusato di aver tentato di consegnare quattro grammi di cocaina al suo assistito in carcere. Pensava di farla franca, che la polizia penitenziaria non si sarebbe accorta della consegna solo perché era un famoso e stimato avvocato. Invece gli agenti del penitenziario di Regina Coeali hanno messo le manette anche all’avvocato Danilo Siliquini, colto in flagrante mentre consegnava la cocaina all’assistito durante i colloqui. L’accusa di cui adesso l’avvocato Silquini dovrà rispondere è gravissima: spaccio, con l’aggravante di aver fatto circolare sostanze stupefacenti all'interno di una struttura penitenziaria. L’arresto è stato disposto immediatamente dal pubblico ministero, che per il noto avvocato penalista ha disposto gli arresti domiciliari. Ieri si è svolta la prima udienza presso la cittadella giudiziaria di piazzale Clodio: l’avvocato Silquini ha tentato di giustificarsi sostenendo di trovarsi in una situazione molto particolare della propria vita, carica di difficoltà. Prossima udienza fissata per il due marzo di quest’anno.

L'avvocato ha già un processo in corso

Non è la prima volta che l’avvocato ha problemi con la giustizia. L’uomo sta già sostenendo un altro processo, dove su di lui pende l’accusa di tentata estorsione. Secondo gli inquirenti l’avvocato avrebbe aiutato una donna, sua cliente, a recapitare alcuni inquietanti messaggi minatori verso un uomo, un altro legale. La donna pretendeva dall’altro avvocato una somma fra i cinquantamila e i centomila euro per non rivelare alla moglie della vittima la loro relazione segreta. L’avvocato minacciato ha però deciso di non pagare la donna e di sporgere denuncia. Questi fatti risalgono al 2018, sul banco degli imputati oltre la donna è finito anche l’avvocato Siliquini, accusato di averla favoreggiata.

Fiumi di droga nelle carceri italiane

Il problema delle sostanze stupefacenti è sempre più presente anche nelle carceri italiane.

Meno di un mese fa un noto odontotecnico della Asl in servizio nel carcere di Rebibbia è stato indagato per avere ceduto stupefacenti ai detenuti. Anche in questo caso l’uomo avrebbe approfittato del proprio ruolo. L’odontotecnico sarebbe stato incastrato dalle dichiarazioni di uno dei suoi clienti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica