Prescritto per violenza sessuale su minori, ma il Vescovo lo promuove: bufera sul prete a Reggio Calabria

A denunciare don Perrello fu un ragazzino, 13enne all'epoca dei fatti: dopo il suo racconto si tolse la vita

Prescritto per violenza sessuale su minori, ma il Vescovo lo promuove: bufera sul prete a Reggio Calabria
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Una vicenda squallida, quella che ha visto come protagonista qualche anno fa don Carmelo Perrello, prete di 53 anni di Bagnara Calabra (Reggio Calabria), trovato in possesso nel corso delle indagini nei suoi confronti di prove compromettenti che documentavano il reato di violenza sessuale su minori. Reato di cui fu accusato nel procedimento penale a suo carico che si originò dopo le perquisizioni, ma che non portò a nessuna condanna in quanto, a causa del tempo trascorso dagli episodi contestati al religioso, intervenne la prescrizione.

Ebbene pochi giorni fa, nonostante la torbida vicenda, l'Arcivescovo della Diocesi di Reggio Calabria-Bova Fortunato Morrone lo ha posto a capo di una parrocchia, scatenando feroci polemiche e la reazione ufficiale del garante per l'Infanzia della regione Calabria.

La vicenda

Per comprendere cosa accadde bisogna tornare indietro fino al 2016, quando, a distanza di anni, un giovane romeno trovò il coraggio di raccontare gli abusi subiti tempo addietro: una confessione di certo molto dolorosa, così tanto che, presumibilmente anche a causa dei traumi mai superati per quelle violenze, la vittima si tolse la vita appena un anno dopo le sue rivelazioni.

A raccogliere la testimonianza del ragazzo fu allora il pm Roberto Di Palma, attualmente procuratore dei minori. I fatti narrati risalgono a un periodo compreso tra 2007 e 2008, quando il giovane romeno, allora 13enne, fu avvicinato da don Carmelo Perrello. Il prete, come emerso dalle indagini sviluppate dopo la denuncia, aveva l'abitudine di pagare per ottenere prestazioni sessuali. Presentatosi alla sua vittima con il nome di Giuseppe, il religioso riempì di regali il ragazzino, tra scarpe di marca e denaro in contanti.

Stesso discorso per un'altra vittima, in questo caso maggiorenne, la cui vicenda emerse dopo l'analisi delle chat private del prete ad opera della Polizia postale: il ragazzo veniva pagato per fare sesso virtuale e per praticare sesso orale a don Perrello, e gli incontri "fisici" avvenivano sempre all'interno della macchina di proprietà del religioso.

Stando alla testimonianza del 13enne, gli appuntamenti erano in Piazza Garibaldi, poi da lì l'auto si spostava in zone più appartate, dove si consumavano gli atti sessuali in cambio di denaro o di altre forme di pagamento.

La testimonianza e le prove raccolte dagli inquirenti inchiodarono il prete alle proprie responsabilità, e nei suoi confronti si aprì un procedimento per il reato di violenza sessuale su minore di 14 anni. Don Perrello evitò la condanna scegliendo di non rinunciare alla prescrizione: pertanto il gup, non ravvisando gli elementi per procedere a un'archiviazione o a un'assoluzione, non potè far altro che dichiarare il reato prescritto.

Il silenzio e la promozione

Viste le polemiche seguite alla vicenda, l'allora arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini fu costretto a sospendere don Perrello, che fece ritorno a Bagnara Calabra, ma di recente, dopo un lungo silenzio, il nome del religioso è tornato alla ribalta. Qualche giorno fa, infatti, il prete ha celebrato i 25 anni di sacerdozio (fu ordinato il 26 giugno del 1999), invitando tutti a partecipare alle celebrazioni con un volantino. Ma il problema non è tanto questo, che già potrebbe far storcere il naso ai più, quanto la notizia della "promozione" ricevuta nei giorni scorsi dal don, che l'Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova Fortunato Morrone ha nominato amministratore parrocchiale di S.Maria del Buon Consiglio in Concessa di Reggio Calabria. Una carica che il prete ricoprirà a partire da oggi, lunedì 1 luglio.

I trascorsi del religioso, ritenuti non idonei alla nuova carica, hanno scatenato le furiose polemiche da parte di chi non ha mai dimenticato cosa ha fatto il prete, nonché l'intervento da parte del Garante per l’Infanzia della regione Calabria Antonio Marziale. "Se il Papa è al corrente di ciò che accade nelle parrocchie, allora sono enormemente deluso", dichiara infatti quest'ultimo, "ma se il Papa non è informato mi dico deluso da chi dovrebbe informarlo e non lo fa, cioè coloro i quali, titolari di diocesi, fanno le nomine, i vescovi".

Dal canto suo, invece, l'arcivescovo si dice incredibilmente soddisfatto della scelta. "La Diocesi, che ha seguito pedissequamente le indicazioni del Dicastero romano, ha ritenuto opportuno per un intero biennio, sostenere e fare accompagnare il suddetto presbitero da uno specialista psicoterapeuta, esterno rispetto alla realtà ecclesiale, e da due confratelli", spiega Fortunato Morrone.

"A conclusione di tale percorso si è potuto oggettivamente ritenere di potergli affidare l’incarico", aggiunge,"nel corso degli anni, non sono emersi elementi che hanno fatto dubitare dell’idoneità di don Parrello, pertanto, ai sensi del codice di diritto canonico, si è ritenuto di poter ridare fiducia al presbitero e serenità all’intera comunità ecclesiale".

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