Quando il killer di Prati massacrò un barista

Giandavide De Pau, il killer delle donne di Prati, ha aggredito fino a provocare il distacco della cornea anche un barista

Quando il killer di Prati massacrò un barista

"Quella delle donne uccise era una tragedia annunciata", sono le parole di un barista che circa tre anni fa era stato selvaggiamente aggredito dal killer di Prati. Perché queste parole? Perché anche il titolare del bar, che preferisce restare anonimo, è stato aggredito da Giandavide De Pau, ora in carcere con l'accusa di triplice omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi e precedentemente autista di Michele Senese oltre che persona vicina a Massimo Carminati.

Intervistato da il Messaggero l'uomo ha raccontato quanto gli è accaduto una notte di maggio di qualche anno fa. "Mi ha preso a pugni in pieno volto e mi ha detto che con 20 euro avrebbe trovato qualcuno disposto a dare fuoco al locale", spiega la vittima dell'aggressione. Stando a quanto racconta il barista, era ormai sera e avevano chiuso l'esercizio. Una donna, figlia di Salvatore Nicitra, boss della Banda della Magliana, si è avvicinata al bar chiedendo aiuto e di potersi rifugiare all'interno del locale perché infastidita da un uomo. Dopo qualche minuto è andata via. È arrivato, però, De Pau il quale ha chiesto una Coca Cola e ha detto che l'avrebbe pagata 20 euro.

Quando gli è stato fatto notare che ormai erano chiusi, la sua risposta ha lasciato spiazzato il commerciante. L'uomo infatti ha affermato che, con poca fatica, avrebbe trovato qualcuno disposto a dare fuoco al bar per solo 20 euro. Poi ha colpito il barista: prima le minacce di morte e poi pugni in pieno volto che hanno causato il distaccamento della cornea. Grazie alla prontezza del collega presente, i due hanno chiuso la porta del bar e impedito che l'uomo entrasse. Nonostante ciò, De Pau ha proseguito le intimidazioni girando con la macchina attorno all'attività commerciale.

Il barista ha preso la targa e chiamato il 112. L'uomo è stato individuato dal personale della Questura. Anche quella volta, una volta fermato per l'aggressione le parole pronunciate sono state le stesse dette dopo il delitto di Prati: "Non ricordo nulla".

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