Roma, la truffa crudele della rom: si finge figlia di un anziano. Lui chiede l'elemosina

La triste storia di Umberto, un 82enne arrivato a fingersi invalido e a chiedere l'elemosina per inviare soldi a una rom che si finge sua figlia

dal servizio de Le Iene
dal servizio de Le Iene

Truffatore oppure truffato? Le Iene si occupano di Umberto, un anziano di 82 anni inizialmente etichettato come falso invalido e poi riconosciuto come vittima di una donna senza scrupoli, che lo ha portato a chiedere l'elemosina in carrozzina. Umberto chiede l'elemosina dinanzi a un supermercato di Acilia (Roma), ed è lì che Filippo Roma, inviato de Le Iene, lo raggiunge per fare chiarezza su una vicenda poco chiara (qui il servizio).

Inizialmente l'anziano era stato considerato un truffatore, un falso invalido, perché chiedeva denaro ai clienti del centro commerciale raccontando la storia di un incidente che lo aveva visto coinvolto: una sparatoria avvenuta mentre lui stava aspettando l'autobus l'aveva portato su una sedia a rotelle, impedendogli addirittura di guidare. Le Iene, però, avevano scovato l'inganno. Terminata la giornata trascorsa a chiedere l'elemosina davanti al supermercato, Umberto raggiungeva la sua auto, si alzava miracolosamente in piedi, riponeva la carrozzina nel bagagliaio e si metteva al volante della vettura, senza alcun problema.

Il crudele inganno della rom

Bugie su bugie, finalizzate a raccogliere più soldi possibili. Da ulteriori indagini, è poi emerso che Umberto si trova realmente in una condizione disperata. Mese dopo mese, l'82enne invia la sua pensione di circa 1500 euro ad Alina, una donna romena, di etnia rom, che, approfittando del deficit cognitivo dell'anziano (deficit accertato dalle autorità sanitarie), è riuscita a convincerlo di essere sua figlia e di aver bisogno di aiuto, perché gravemente malata. In questo modo la truffatrice è riuscita a farsi inviare bonifici anche di 10mila, 15mila, 20mila euro, tutti con causali relative a presunti interventi chirurgici. Basta leggere i bonifici per capire l'inganno, nel giro di pochi mesi sarebbero stati effettuati numerosi interventi al cuore, ai reni, alla testa: troppi per essere credibili. Umberto, però, ci crede, e i soldi da dare alla falsa figlia non bastano mai, ecco perché si è ridotto a chiedere l'elemosina.

Le cicatrici disegnate col pennarello

Il figlio di Umberto, che vive in un'altra città, ha naturalmente compreso che qualcosa non andava. "In sei mesi circa 150mila euro", racconta alle Iene. "Poi, circa 1500 euro al mese in sei anni. Quindi siamo oltre i 300mila euro". Cifre da incubo.

Far comprendere l'inganno a Umberto è impossibile. Ci ha provato anche la iena Filippo Roma, mostrando all'anziano come le ferite rimaste dalle presunte operazioni siano in realtà grossolanamente disegnate col pennarello. Non c'è stato nulla da fare.

L'inganno è tale che Alina tira in ballo un fantomatico Ministero degli organi che opera in Romania. Le Iene provano a contattare l'ufficio, e risponde effettivamente qualcuno. "La signora Alina è stata troppo male", spiega la presunta funzionaria al telefono. "Hanno cambiato il cuore, il rene, il fegato...". Gli organi verrebbero "venduti" direttamente dal Ministero. Un fegato costa 30mila. Queste informazioni si commentano da sole.

Alla ricerca di Alina

Le Iene si rivolgono allora a Rocco Xavi, un giornalista di RomaniaTv, che conosce bene questa truffa perpetrata ai danni di anziani italiani. Il professionista parla con Umberto nel tentativo di convincerlo del reale stato delle cose. Xavi spiega di aver fatto dei controlli su Alina: ha una famiglia, una casa di proprietà, sta bene. E, soprattutto, non è la figlia dell'82enne.

Alina, però, è introvabile per la giustizia italiana. E la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione delle indagini che la riguardano. Ecco perché Le Iene raggiungono Bucarest, decisi a rintracciarla. Filippo Roma si spinge fino a Buzău, località dove si sono insediate molte famiglie rom. Qui trova proprio Alina, e un'altra donna, la madre, che si era finta la funzionaria del Ministero degli organi. Alina non vuole mostrare le cicatrici, né la documentazione medica, anzi, chiama addirittura Umberto per mostragli cosa starebbe subendo dalle Iene.

Il servizio si chiude con Umberto che sembra essersi reso conto,

almeno in parte, della truffa. Nessuna intenzione, però, di denunciare, o di cercare di riprendersi il denaro donato con l'inganno. Il timore è che l'uomo resti ancora vittima della manipolazione mentale.

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