"Ambientalista di convenienza". Sala abbatte i tigli per il museo della Resistenza

L'accusa: Beppe Sala non è un sindaco green. Ieri l'ultimo abbattimento di alberi sani per realizzare il museo della Resistenza. In piazza pure Giovanni Storti

"Ambientalista di convenienza". Sala abbatte i tigli per il museo della Resistenza
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Beppe Sala è green a giorni alterni. Forse nemmeno quelli. Il sindaco di Milano si ripara dietro il paravento della città green quando irrompe nella circolazione stradale realizzando fantasiose ciclabili o quando blinda la città imponendo una tassa d'ingresso per le auto che, dopo tutto, non è altro che una un modo per rimpinguare le casse del Comune. Ma quando si tratta di verde pubblico no, il sindaco di Milano vede grigio, come l'asfalto e il cemento che ama così tanto. Pur di realizzare il Museo della Resistenza in un nuovo edificio, quando avrebbe potuto riqualificare uno dei tanti pre-esistenti, il sindaco ha distrutto il verde di piazzale Baiamonti tra le proteste dei cittadini. Tutto questo dopo che la tempesta di luglio ha abbattuto 300 alberi a Milano, senza che l'amministrazione sia stata in grado di sostituirli.

"Ci siamo recati con le commissioni consiliare verde e cultura, insieme a centinaia di cittadini, per dire no all’abbattimento dei tigli di piazza Baiamonti. Proprio le associazioni hanno raccolto ben 52mila firme per la salvaguardia di quelle piante", scrive Samuele Piscina, consigliere comunale milanese e segretario cittadino della Lega. E tra chi ha protestato c'era anche Giovanni Storti. L'attore, che da qualche anno trascorre il suo tempo libero nell'attivismo cittadino, denunciando tutte le distorsioni dell'amministrazione locale, si è arrampicato sulla cancellata per cercare di fermare le motoseghe ma non c'è stato modo. In poche ore gli alberi, tutti sani, non c'erano già più.

"Alla faccia della politica green della sinistra milanese! Mi sembra evidente che mai nessuno come questa amministrazione stia abbattendo alberi in città e che, nel contempo, non ne stia piantumando a sufficienza per sopperire alla netta diminuzione", dice ancora il consigliere leghista. Eppure, quegli alberi, si trovavano all'esterno del progetto quindi non era necessario procedere all'abbattimento, che però era stata messa come condizione dal Comune. Da mesi le associazioni e i cittadini si sono riuniti per evitare un tale scempio nell'unica area verde della zona.

Un'aspra battaglia si era tenuta anche sul glicine ottuagenario, che il Comune aveva promesso di preservare ma, come dicono dal comitato, "è stato seriamente compromesso dal taglio dei ‘figli' e poi dallo strappo di tutta la chioma presente disattendendo quanto previsto dalle leggi". Insomma, il sindaco Sala, in vista dell'impossibilità di una rielezione, sta mostrando il suo vero volto.

"O il sindaco Sala è ambientalista solo e unicamente quando gli conviene, o l’assessore al verde, Elena Grandi, disconosciuta dagli stessi Verdi, sta facendo un lavoro pessimo e allora è doveroso invocarne le dimissioni", conclude Piscina.

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