“Sei di destra? Non ti affitto casa”. Si può sintetizzare così l’incredibile storia di Francesco Osso, un attivista di Fratelli d’Italia che vive e lavora nella “rossa” Bologna.
Nel 2023 certi steccati ideologici non dovrebbero più esistere e, invece, nello storico fortino della sinistra sono ancora vivi e vegeti. Francesco è un dipendente della nota multinazionale Dhl, un lavoratore ‘solvibile’ che ha anche un carattere piacevole, come ammette persino l’anziano signore che avrebbe dovuto affittargli una stanza del suo appartamento in zona San Lazzaro. “Mi è dispiaciuto che sia finita male perché mentre parlavamo si è creata una sorta di empatia tra noi”, racconta Francesco a ilGiornale.it, ancora incredulo che, dopo aver visitato casa e colloquiato amichevolmente con questo signore, abbia ricevuto un sms che lo ha totalmente spiazzato. “Ciao Francesco, l’età non mi ha insegnato molto, ma una cosa sì: la prudenza nel prendere decisioni. Ti ho trovato simpatico, “mi sei piaciuto” ma la prudenza mi ha suggerito di “indagare” prima di decidere”, scrive nel messaggio che l’anziano proprietario dell’appartamento gli ha inviato poche ore dopo il loro primo incontro. “Ho conosciuto così il tuo attivismo politico, la tua ammirazione per alcuni personaggi, la tua condivisione di alcune idee pubblicamente espresse, forse anche il cordoglio per personaggi deceduti”, si legge ancora nell’sms che Francesco ha, poi, reso noto sulla sua bacheca. Il riferimento a Giorgia Meloni e a Silvio Berlusconi è abbastanza chiaro, anche se non esplicito. “Non ho mai inneggiato al Duce o al fascismo. Sono semplicemente almirantiano, ho una simpatia per Berlusconi e sostengo Giorgia Meloni”, ci spiega Francesco che, in quanto attivista di Fratelli d’Italia, si occupa dell’organizzazione dei banchetti con cui il partito informa i bolognesi delle proprie iniziative politiche. Anche per il proprietario dell’appartamento era “tutto legittimo, ma – come scrive al termine del messaggio - lontanissimo da me, dalla mia storia, dalla mia cultura politica, da quello che fu il mio impegno sindacale”. In conclusione, “non possiamo condividere la stessa casa”, è la sentenza senza appello dell’anziano signore che conclude: “Peccato: mi piaceva anche il tuo cane!”. In pratica, finché non ha “spulciato” e “indagato” il profilo Facebook dove Francesco documenta la sua attività politica con post, foto e video alquanto eloquenti, non vi erano problemi di sorta nell’essere coinquilini. “Dopo la visita della casa che è durata pochi minuti perché mi è piaciuta subito, ci siamo seduti in cucina per chiacchierare in via del tutto informale e conoscerci meglio”, racconta Francesco rivelando che ognuno si era aperto con l’altro in un reciproco scambio di esperienze di vita. “Lui si era persino detto d’accordo anche a farmi tenere il cane. Mi dice che in serata mi avrebbe dato la conferma definitiva, ma che in sostanza per lui non c’erano problemi”, racconta ancora Francesco che, per tutto il pomeriggio aspetta invano una telefonata del proprietario di questo appartamento. Telefonata che non arriva e a cui segue solo il famoso sms. “Da quel momento in poi, quest’uomo non risponde più alle mie chiamate e chiude tutti i ponti con me”, conclude Francesco.
Una vicenda assurda che ha destato anche l’attenzione del senatore meloniano di Bologna, Marco Lisei, che a ilGiornale.it ha commentato: “Ecco l’esempio dell’inclusività a corrente alternata della sinistra: pronta ad aprire le porte della casa e della patria a chiunque tranne a chi, politicamente, la pensa in maniera diversa”.
Secondo il parlamentare di FdI quello che è successo a Bologna “è non solo gravissimo, ma è soprattutto indicativo dell’idea di democrazia che appartiene a questa sinistra, che accoglie a braccia aperte anche i delinquenti ma non è in grado di convivere con chi non la pensa come lei”. E chiosa: “Per carità ognuno è libero di affittare casa a chi vuole, ma a Bologna per troppi anni e tutt'ora le istituzioni hanno coltivato una sinistra odiosa versa chi la pensa diversamente e questi sono i frutti”.
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