Campi Flegrei, il precedente negli anni '80 che preoccupa: "Sorgente deformativa"

Un team di ricercatori italiani ha scoperto le cause che provocano l'innalzamento del suolo ai Campi Flegrei: ecco di cosa si tratta e le analogie con quanto avvenuto negli anni Ottanta

Campi Flegrei, il precedente negli anni '80 che preoccupa: "Sorgente deformativa"
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C'è più chiarezza sui motivi che contribuiscono al sollevamento del suolo nell'area dei Campi Flegrei oltre ai numerosi terremoti di queste ultime settimane: uno studio appena pubblicato sul Journal of Volcanology and Geothermal Research spiega che a due chilometri di profondità si troverebbe un cilindro di roccia indiziato numero uno per i recenti avvenimenti.

Cosa dice lo studio

Proprio sotto la caldera, ecco che questo cilindro sarebbe in grado di deformare tutto lo spazio circostante: alla conclusione sono arrivati alcuni ricercatori dell'Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e dell'Università di Bologna. Questo meccanismo non è per nulla nuovo ma è stato determinante anche nel sollevamento del suolo tra 1982 e 1984: la buona notizia è che il magna non avrebbe un ruolo di primo piano rimanendo, per adesso, ben in profondità.

"Anche se il contributo magmatico non può essere escluso, i risultati ottenuti con questa sorgente di deformazione, legata all'arrivo di fluidi caldi e a elevata pressione, consentono di spiegare efficacemente sia il tasso di sollevamento che l'andamento della sismicità, senza il bisogno di invocare la risalita di magma negli strati superficiali della caldera dei Campi Flegrei", ha dichiarato alla stampa il prof. Massimo Nespoli dell'Università di Bologn e primo autore dello studio.

Il ruolo del cilindro roccioso

È da oltre quindici anni (era il 2005) che ai Campi Flegrei il suolo ha iniziato nuovamente a sollevarsi con il corrispettivo aumento anche del tasso di sismicità. Per capirne le cause, i ricercatori hanno confrontanto la fase odierna con quella del 1982-84 quando il suolo si sollevò molto velocemente toccando un'altezza massima di quasi due metri con oltre 16mila scosse di terremoto. All'epoca fu proprio questo cilindro di roccia dell'altezza di 500 metri e un diametro di cinque chilometri il principale responsabile. Adesso, le nuove ricerche hanno tirato fuori le stesse cause di quarant'anni fa, ossia l'influenza come parte attiva dello strato roccioso e la conseguente nascita di tutti i fenomeni degli ultimi tempi.

Il parere degli esperti

"Nel presente lavoro dimostriamo che tale fonte di deformazione probabilmente gioca un ruolo anche nell'attuale fase di disordini, che è caratterizzata da un tasso di sollevamento molto più basso rispetto a quello verificatosi nella precedente fase di disordini", scrivono i ricercatori. Per adesso, su tutta l'area permane una soglia di attenzione e moderata preoccupazione: l'allerta arancione non è stata diramata, si continua così con quella gialla. "È difficile pensare che la terra non riprenda a sollevarsi ma al momento non c'è evidenza di un aumento della pericolosità", ha dichiarato all'Ansa il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni.

Ha tranquillizzato gli animi anche il Ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, precisando che "non c'è allarme, va detto in maniera chiara". I Campi Flegrei restano sempre degli osservati speciali, ovviamente, ma per il momento non ci sono segnali che fanno presagire il peggio.

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