Torino, la galassia rossa in piazza contro la Meloni: odio, violenze e scontri con la polizia

La premier al Teatro Carignano per il Festival delle Regioni. No Tav, collettivi e centri sociali invadono il centro della città: lanci di uova e cariche contro la polizia

Torino, la galassia rossa in piazza contro la Meloni: odio, violenze e scontri con la polizia
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Clima di altissima tensione a Torino, dove alle ore 12.00 il premier Giorgia Meloni è atteso al Teatro Carignano per il tavolo conclusivo del Festival delle Regioni. Poco dopo le 10.00 sono stati registrati degli scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine: all’altezza di via delle Rosine, angolo via Principe Amedeo, il corteo composto da collettivi studenteschi, No Tav, Potere al Popolo e attivisti del centro sociale Askatasuna e di Cambiare Rotta è entrato in contatto con la polizia. Sempre in via Principe Amedeo i manifestanti si sono spinti contro il cordone delle autorità e ne è nato un parapiglia, con qualche manganellata. Poco dopo in via Lagrange c'è stato un lancio di uova all'indirizzo delle forze dell'ordine.

Qualche ora più tardi, nuovi scontri ai cancelli della Mole Antonelliana, conclusi con una breve carica delle forze dell’ordine. La Digos della Questura di Torino ha identificato oltre 60 persone, tra cui diversi militanti del centro sociale Askatasuna. Secondo gli investigatori, gli autonomi avrebbero coordinato i momenti violenti durante la manifestazione studentesca. I reati ipotizzati vanno da resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, lancio di oggetti pericolosi e manifestazione non autorizzata. Secondo un primo bilancio, quattro agenti dei reparti mobili sono rimasti feriti.

Il corteo è partito da Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell'università subalpina, e si è diretto verso via Po, ma gli accessi sono stati bloccati dalle forze dell’ordine. “Meloni a Torino non sei la benvenuta”, quanto recita lo striscione esposto dai manifestanti rossi. L’area intorno al Teatro Carignano è stata blindata e interdetta anche all’accesso pedonale. Tanti i cartelli esposti dai giovani: “Ora: casa studio reddito!”, “La vostra repressione non fermerà noi studenti”, “Fuori i privati dal Pnrr! Tavolo permanente con le istruzioni”. Non mancano i messaggi pacifinti: “Soldi allo studio e alla casa, non alla guerra”. Numerosi gli slogan scanditi contro il governo. "Se le contestazioni sono dei centri sociali lo considero perfettamente normale. Anzi, mi ricorda che sono dalla parte giusta della storia, se contestano e insultano le forze dell'ordine e organizzano il racket delle occupazioni abusive", il breve commento di Meloni.

"Lanciamo un momento allargato di movimento che dia inizio all'autunno di lotta, facciamolo portando la nostra rabbia e le nostre rivendicazioni fino ai palazzi in cui si decideranno le sorti di questo paese sulle nostre teste e sui nostri corpi", il messaggio lanciato nelle scorse ore dai collettivi studenteschi e dal noto centro sociale Askatasuna sui social network: “Lanciamo una manifestazione contro il governo, contro l'invio di armi e militarizzazione dei territori, contro le grandi opere inutili e i grandi eventi che devastano i territori”.

Già nella giornata di lunedì non sono mancati i momenti di tensione. In occasione dell’arrivo in città del ministro Valditara, centri sociali & Co.

hanno organizzato un corteo di contestazione e sono stati registrati scontri tra manifestanti e polizia in via Po e in via Principe Amedeo, dove gli studenti hanno provato a forzare il cordone di sicurezza in tre occasioni. “Né merito né talento, soldi alla scuola e non alla guerra”, lo striscione esposto in testa al corteo.

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