"L'ho colpita al collo, non volevo". La confessione choc del killer di Marta Di Nardo

Domenico Levrieri, che è stato fermato, ha tentato di fuggire: è andato in taxi a Malpensa ma non ha preso l'aereo perché non aveva abbastanza soldi. La custode l'aveva notato mentre scendeva con delle valigie da casa delle donna

"L'ho colpita al collo, non volevo". La confessione choc  del killer di Marta Di Nardo
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"L'ho colpita al collo, non volevo, mi dispiace. Ho fatto tutto da solo". Con queste parole, Domenico Livrieri ha ammesso l'omicidio di Marta Di Nardo, la donna 60enne scomparsa da due settimane e il cui corpo è stato ritrovato, venerdì sera, nell'appartamento del reo confesso. Livrieri ha 46 anni, è italiano, ha dei precedenti penali ed era il vicino di casa della vittima. Ha anche tentato di fuggire: è andato in taxi a Malpensa ma non è riuscito ad allontanarsi dall'Italia per mancanza di disponibilità economiche, come si legge nel fermo del pm Leonardo Lesti.

Nella stessa occasione si è anche disfatto del telefono, che ha consegnato come "pegno al tassista" per la corsa non pagata. Dopo essere stato fermato nella notte tra venerdì e sabato, il 46enne si ritrova accusato di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere. Livrieri ha anche detto ai carabinieri di Milano, in modo confuso, del movente e delle modalità con cui ha ucciso la donna: "L'ho accoltellata per il bancomat, poi l'ho tagliata in due, con i coltelli da cucina, l'ho avvolta in una coperta e l'ho nascosta nel soppalco". Gli inquirenti non sono ancora in grado di stabilire se e quanti soldi sono stati prelevati dal bancomato di Marta. Nel corso del sopralluogo effettuato all'interno dell'abitazione del 46enne è stato trovato in una "botola in cucina un corpo, depezzato in due parti (tagliato all'altezza della vita) in avanzato stato di decomposizione". I carabinieri hanno effettuato anche dei rilievi nell’appartamento della vittima e hanno riscontrato la presenza di tracce dell’uomo, nel periodo successivo alla sparizione della 60enne. L'ultimo contatto tra i due è datato 8.28 del 4 ottobre (quando la donna scomparve). La custode l'aveva notato mentre scendeva con due valigie da casa delle donna: una l'ha portata in casa, l'altra l'ha portata vicino all'ingresso. La portinaia ha aperto quest'ultima insieme a un altro inquilino e ha trovato dei vestiti da donna, probabilmente appartenenti a Di Nardo.

Il condominio è situato in via Pietro Da Cortona 14 nella periferia Est della città. I carabinieri della compagnia di Porta Monforte e militari della sezione investigazioni scientifiche sono arrivati sul posto nel pomeriggio di venerdì, intorno alle 16.30, per eseguire i primi sopralluoghi sia negli appartamenti della vittima che dell'omicida: nell’abitazione di quest’ultimo sono state trovate, sin da subito, delle tracce di sangue per poi fare la spaventosa scoperta. In serata, i carabinieri sono stati raggiunti dal pm, dal medico legale e dai vigili del fuoco, intervenuti per il recupero dei resti. Alle 21.15, in via Da Cortona, è arrivata anche la polizia mortuaria.

La scomparsa della donna, in cura presso un Centro Psico Sociale (CPS) e affetta da ludopatia, è stata denunciata dal figlio lo scorso 17 ottobre. Il suo telefono è sempre stato spento dal 4 ottobre, giorno in cui per l'ultima volta si hanno avuto notizie di lei. Da quel giorno, la donna sembrava essere sparita nel nulla, senza che nessuno riuscisse più a mettersi in contatto con lei.

Nessun riscontro dai filmati delle telecamere del palazzo, analizzati nei giorni scorsi. L'appartamento della donna era chiuso a chiave. Il vicino 46enne è sempre stato all'interno dell'abitazione per tutta la durata dei sopralluoghi ma non aveva fatto nessuna dichiarazione prima di stamani.

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