Il cuore fermo da 20 minuti poi il trapianto. "Una nuova pagina di storia"

Questo risultato straordinario potrebbe portare a un incremento del 30% nel numero dei trapiantati, in un arco di tempo relativamente breve

Il cuore fermo da 20 minuti poi il trapianto. "Una nuova pagina di storia"
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L’Azienda ospedaliera di Padova ha ottenuto un risultato senza precedenti che dà nuove speranze ai pazienti cardiopatici. L’equipe diretta dal professore Gino Gerosa, per la prima volta, ha eseguito un trapianto di cuore da un organo che aveva cessato ogni attività elettrica da venti minuti. Il donatore era un uomo colpito da morte cardiaca, con contestuali, irreversibili danni cerebrali, da rendere vano ogni accanimento terapeutico.

L’intervento chirurgico

“Per primi al mondo – ha dichiarato Gerosa – abbiamo dimostrato che si può utilizzare per un trapianto cardiaco un cuore che ha cessato ogni attività elettrica da venti minuti. In passato era accaduto che fossero stati eseguiti interventi di questo tipo con organi fermi da pochi minuti, ma in Italia la legge prevede che il prelievo da cadavere possa avvenire solo quando il cuore ha cessato l'attività da almeno venti minuti”. L’operazione è stata effettuata l’11 maggio scorso. Il ricevente è un paziente di 46 anni, cardiopatico congenito, già operato due volte. L’unica possibilità di salvezza era legata al trapianto che attendeva da due anni.

La sperimentazione clinica

Lo staff del professore Gerosa, come riporta il Corriere della Sera, ha lavorato sia in ambito sperimentale sia clinico studiando una metodologia che ha consentito ai medici di ricondizionare il cuore in modo efficace. In pratica, a distanza di poco più di quaranta minuti dall’arresto cardiaco, il cuore è stato perfuso per due ore, utilizzando la circolazione extracorporea, inoculando anche una soluzione speciale per ridurre il rischio di ischemia. “Sempre all’interno del donatore cadavere – ha spiegato Gerosa – ne abbiamo valutato la funzione di pompa. Era estremamente soddisfacente, quindi abbiamo prelevato l’organo, trasportato a Padova e trapiantato”. Questo risultato straordinario potrebbe portare a un incremento del 30% nel numero dei trapianti, in un arco di tempo relativamente breve.

La reazione

L'importanza dell'intervento è stata sottolineata, nella conferenza stampa di annuncio, anche dal residente della Regione Veneto, Luca Zaia. "Si tratta di una notizia emozionante – ha evidenziato – si apre una nuova pagina di storia sul fronte del trapianto di cuore, risultato di un lavoro di squadra eccezionale portato avanti dalla sanità veneta e da questi medici professionisti di grandissimo spessore".

In Italia, attualmente, sono 600 i pazienti in lista d’attesa e ogni anno si effettuano circa 250 interventi chirurgici di impianto. Purtroppo molti cardiopatici muoiono e non riescono ad arrivare al trapianto.

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