La procura della Repubblica di Verona ha chiesto la condanna a 7 anni di reclusione per un uomo di 30 anni, ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale ai danni di una 15enne: la ragazzina, membro del coro della chiesa, aveva conosciuto l'uomo proprio nella sua parrocchia, trattandosi del batterista del gruppo musicale che accompagnava i canti religiosi. Stando a quanto riferito da Il Corriere, i due fanno parte della medesima comunità evangelica, ed è proprio in questo ambito che l'uomo, già marito oltre che padre, ha avvicinato la sua giovane vittima.
Al termine della requisitoria, in cui al presunto responsabile è stato contestato il resto di violenza sessuale, aggravato dalla tenera età della ragazza, la procura della Repubblica scaligera ha avanzato la richiesta di una condanna a 7 anni. Il pubblico ministero ha puntato il dito contro il batterista, reo di aver "costretto con la violenza" la corista "a subire atti sessuali" dopo essere riuscito a guadagnare"il suo affetto con lusinghe amorose". Il 30enne avrebbe quindi guadagnato la fiducia della giovane durante i loro incontri in chiesa per poi passare a una frequentazione anche al di fuori dell'ambiente ecclesiastico.
Questi appuntamenti a due sarebbero tuttavia sfociati in "avvicinamenti intimi" da parte dell'uomo. I presunti abusi sessuali avrebbero avuto luogo in un comune della Bassa Veronese tra l'inverno del 2019 e l'ottobre del 2020: solo allora la giovane corista avrebbe trovato il coraggio di confidare ai genitori il proprio "inconfessabile incubo". La rivelazione avvenne dopo un episodio di violenza particolarmente traumatico: secondo la ricostruzione del pm, quel giorno il 30enne si recò a casa della corista con la scusa di dover parlare ai suoi genitori. In quel momento, tuttavia, la giovane era da sola, per cui il batterista decise di approfittare della situazione: quest'ultimo l'avrebbe"toccata e baciata ovunque contro la sua volontà", facendo anche altre "cose" più "brutte". A quel punto la ragazzina si sarebbe opposta con forza, riuscendo infine a respingere il suo aggressore. Proprio a seguito di questo evento particolarmente traumatico la studentessa decise di rivelare tutto ai propri genitori dopo il loro ritorno a casa.
Stando al racconto della 15enne, il batterista si sarebbe approfittato di lei in modo pesante in almeno altre due circostanze: in una, con indosso un preservativo, l'avrebbe costretta a toccarlo e a
spogliarsi, in un'altra, addirittura ad avere un rapporto in casa propria, dove in quel momento non c'erano né la moglie né i figli. La sentenza del giudice in abbreviato è prevista per il prossimo luglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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