"Il mio non è un servizio di vigilanza però non operiamo in maniera capillare e continuativa, ma di informazione utile per mettere in guardia i passeggeri. Spesso, quando giro per le metro, sono le persone che mi segnalano i borseggiatori in virtù dei video che ho fatto". Simone Cicalone, lo youtuber romano è divenuto famoso prima con i video sui quartieri criminali per poi esplodere con i video su Termini e i borseggi a Roma.
Secondo una ricerca de Il Sole24ore Roma è la città più insicura d'Italia dopo Milano. Perché?
"Roma ha una delle percentuali di questo tipo di denunce più alto d’Italia dato che è passata da 231mila denunce 256mila per furti in un anno".
Pensa che i suoi video possano aver contribuito a una maggiore sensibilizzazione del tema?
"Oggi c’è maggior consapevolezza e solidarietà tra i passeggeri che riconoscono i ladri che io ho filmato. Prima, invece, si sapeva che in metro c’erano i furti solo tramite il passaparola o grazie a qualche articolo di giornale, ma i miei video degli ultimi mesi hanno raggiunto 20 milioni di persone.
Teme che durante il Giubileo questo fenomeno aumenterà?
"Col Giubileo, secondo me, ci sarà sicuramente un’esplosione di furti. Chi borseggia, poi, non è stabile in quella città, ma si sposta e mi è capitato di incontrare gli stessi ladri di Roma anche a Milano e Venezia".
Perché, spesso, lei viene cacciato dalle stazioni della metro, mentre i ladri riescono a passare da una fermata all'altra?
"Perché è più facile far rispettare una regola con me rispetto a chi non ha nulla da perdere perché non hanno documenti, domicilio o residenza e, quindi, anche multarli è complesso. Nel mio caso, cioè nel caso di un cittadino semplice con un’identità definita è più facile".
Si tratta soprattutto di bande di rom?
"I ladri non sono solo rom. Ci sono anche bande ancor più specializzate che sono meno individuabili delle bande di rom e che hanno gruppi Telegram e Whatsapp attraverso cui comunicano. Non rubano solo nelle metro, ma anche all’interno dei monumenti e cambiano spesso il proprio outfit per non essere identificati".
Perché è così difficile impedire ai ladri rubare nelle stazioni?
"Una volta che una coppia di ladri viene colta sul fatto, per le forze di polizia inizia la fase burocratica che può durare anche parecchie ore. Dato che, ogni giorno, in metro ci sono centinaia di borseggiatori servirebbero centinaia di agenti tutti i giorni col risultato che, probabilmente, il giorno seguente sarebbero nuovamente liberi di borseggiare di nuovo. Non c’è certezza della pena. Spesso i ladri non vanno in carcere perché sono sovraffollate e hanno solo l’obbligo di firma oppure il divieto di dimora che spesso viene infranto. Tutte queste misure alternative non funzionano".
Quali potrebbero essere le soluzioni?
"Servirebbero delle misure lavorative, ossia far scontare il carcere attraverso dei lavori magari inerenti ai reati connessi. Inoltre bisognerebbe creare una selezione già all’ingresso dei mezzi pubblici per limitare il fenomeno nel momento in cui queste persone si sono macchiate di reati predatori nei confronti di turisti, anziani e persone fragili".
Qual è la reazione dei passaggeri? Appoggiano il suo lavoro oppure la considerano un 'fascista'?
"Il rapporto è 1000 a 1. La maggior parte mi ringrazia, poi c’è sempre il singolo caso di qualcuno che vuol farsi riconoscere e che mi urla contro minacciandomi e mi insulta. Io, però, ho fatto vari servizi con Rai, Mediaset e addirittura il Times e tutti i cronisti hanno constatato che siamo sempre ben accolti".
A breve uscirà un suo libro, qual tema affronta?
"L’8 ottobre esce il libro ‘Quartieri criminali’ che presenteremo il 10 alla stazione Termini perché nasce proprio da lì.
È da lì che siamo partiti per raccontare le storie di ragazzi problematici che hanno fatto anche il carcere, ma che oggi sono riusciti a cambiare vita. Abbiamo trovato una storia significativa per ogni quartiere di ogni grande città".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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