È un giallo a tinte fosche quello della morte di Anica Panfile, la 31enne romena scomparsa da Treviso giovedì 18 maggio e ritrovata senza vita in un'insenatura del fiume Piave, a Spresiano, domenica scorsa. L'esito dell'autopsia, eseguita dall'anatomopatologo veneziano Antonello Cirnelli, segna una svolta clamorosa nell'indagini: sarebbe stata picchiata e uccisa. Circostanza che ha indotto il pm Valeria Peruzzo, titolare dell'inchiesta, a cambiare l'ipotesi di reato del fascicolo aperto nei giorni scorsi da suicidio a omicidio. Al momento, scrive il Corriere.it, non risultano indagati. "Vogliamo sapere la verità", dicono i familiari della donna che non hanno mai creduto all'eventualità di un gesto volontario.
La scomparsa di Anica
A denunciare la scomparsa di Anica ai carabinieri di Treviso è stato il fidanzato Luigi, 58enne italiano ed ex autotrasportatore, allertato dai familiari della donna. Sulle prime, i militari dell'Arma hanno ipotizzato un allontanamento volontario poiché, in passato, la giovane aveva avuto qualche momento di fragilità che l'aveva portata ad allontanarsi spontaneamente da casa. Tuttavia, non ha mai manifestato intenti suicidi né risultano ricoveri presso strutture psichiatriche.
Il ritrovamento del cadavere
Il corpo senza vita di Anica è stato ritrovato attorno alle ore 11 di domenica 21 maggio in un'insenatura del Piave a Spresiano, nel Trevigiano. A dare l'allarme è stato un pescatore che ha notato la presenza del cadavere, con alcune ferite alla testa, nel fiume. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri. La donna indossava una tuta grigia e aveva con sé il cellullare.
Le ultime ore di Anica
La 31enne aveva quattro figli (tre con l'ex marito, anche lui romeno, e uno con il nuovo compagno). Lavorava come addetta alla mensa in una casa di riposo per anziani a Spresiano ma, per arrotondare, si occupava anche di pulizie presso abitazione private. Giovedì mattina, era stata al lavoro tutta la mattina e fino alle due del pomeriggio. Poi, finito il turno, si era recata ad Arcade dove avrebbe dovuto disbrigare alcune faccende domestiche. Che la donna sia arrivata nella località lo conferma l'ultimo scambio di messaggi coi familiari. Fatto sta che poi è svanita nel nulla: il suo telefono ha squillato a vuoto per tre giorni.
L'autopsia: "Picchiata e uccisa"
L'esito dell'autopsia, eseguita nei giorni scorsi dall'anatomopatologo Antonello Cirnelli, ha aperto uno scenario decisamente macabro: Anica potrebbe essere stata picchiata e uccisa. Secondo l'esame post mortem, la 31enne sarebbe deceduta a seguito di numerosi traumi alla testa, colpi verosimilmente inferti con un oggetto contundente. Un altro dato rilevante è l'assenza di acqua nei polmoni. Segno che, forse, quando è caduta nel fiume era già morta.
I familiari: "Non si è uccisa"
"Non abbiamo mai creduto al suicidio - dicono al Corriere i genitori di Anica - Lei era una giovane donna felice, viveva una esistenza serena ma soprattutto aveva quattro creature a cui non avrebbe mai fatto del male in questo modo".
I familiari della 31enne invitano i carabinieri a visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza tra Spresiano e Arcade per far luce sull'ultimo spostamento della vittima: "Vogliamo la verità. - concludono - e non ci fermeremo davanti a niente. Siamo disposti a morire pur di trovare il responsabile di questa cosa orribile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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