Nessuna traccia di Kata: i sospetti sulla bimba scomparsa a Firenze

Le autorità peruviane hanno accolto la richiesta di rogatoria inoltrata dalla procura di Firenze: gli investigatori interrogheranno quattordici persone che si trovano attualmente in Perù, per far luce sulla scomparsa della piccola Kataleya Alvarez

Nessuna traccia di Kata: i sospetti sulla bimba scomparsa a Firenze
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La piccola Kataleya Chicclo Alvarez si troverebbe in Perù e sarebbe stata rapita per errore. Una pista già presa in considerazione nel recente passato, ma che sta (ri)prendendo sempre più quota anche alla luce dei mancati riscontri positivi sulle tracce rinvenute all'interno dell'ex-Hotel Astor. E proprio nelle scorse ore, le autorità peruviane hanno accolto la richiesta di rogatoria presentata qualche settimana fa dalla procura di Firenze: i magistrati fiorentini potranno adesso interrogare quattordici persone che si trovano attualmente nel Paese sudamericano. Questi, stando a quanto riporta stamani il quotidiano Il Tirreno, gli ultimi sviluppi legati alla scomparsa della bimba di 5 anni dall'ex-albergo occupato del capoluogo della Toscana (nel quale viveva con la madre e il fratello) della quale non si hanno più notizie dallo scorso 10 giugno.

Nelle prossime settimane saranno ascoltati fra gli altri lo zio paterno di Kata, detenuto in un carcere a Lima, e un altro cittadino peruviano (recluso nello stesso penitenziario) resosi protagonista di una vicenda di droga concretizzatasi nell'aprile del 2022 nella città toscana. Quest'ultimo (che non aveva alcun legame con la famiglia di Kataleya, a quanto pare) venne allora perquisito dalla polizia nell'appartamento in cui viveva, prima che potesse pagare la cocaina a chi gliela aveva fornita per la vendita. In quella stessa casa, prima di spostarsi all'Hotel Astor, si trovava anche una donna che aveva una figlia della stessa età di Kataleya. E secondo chi indaga, potrebbe essere proprio quest'ultimo il motivo alla base dello scambio di persona che ha portato al sequestro: i sequestratori avrebbero "punito" il trafficante per aver perso quella partita di droga.

Ma la "pista peruviana" sta reclamando l'attenzione degli investigatori anche perché la potenziale svolta del mese scorso, che aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati di cinque ex-occupanti dell'Astor, non ha per il momento fornito alcun indizio rilevante: nessuna indicazione sulla sorte della bimba è infatti arrivata dall'analisi dei tessuti interni delle tre valigie sequestrate, che si sospettava potessero essere state usate per nascondere Kata. Anche se, per non lasciare nulla di intentato, un genetista analizzerà anche il tessuto esterno dei contenitori in questione. Neppure le tracce di sangue trovate sui rubinetti della camera 104 dell'ex-hotel sono state di aiuto alle indagini: la sostanza ematica trovata sul rubinetto della stanza non appartiene alla piccola, diversamente da quanto ipotizzato in un primo momento.

Un dato emerso confrontando il dna della bimba con quello estrapolato dalla superficie dei rubinetti. I carabinieri, su disposizione della procura, torneranno ad ogni modo nei prossimi giorni all'Astor alla ricerca di ulteriori indizi. Ma chissà che qualche indizio non possa arrivare nel frattempo dal Perù.

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