Bimbo muore a causa della muffa in casa: gli appelli del padre caduti nel vuoto

La presenza della muffa in casa era stata denunciata ripetutamente alle autorità dal padre del bambino, ma nessuno aveva risolto il problema

Bimbo muore a causa della muffa in casa: gli appelli del padre caduti nel vuoto

Il Regno Unito è sotto choc dopo che, in questi giorni, sono emersi i dettagli della morte di Awaab Ishak, bimbo sudanese di soli due anni, avvenuta "per colpa della muffa". I particolari della scomparsa del piccolo stanno venendo fuori nel corso del processo avviato a Manchester a due anni dalla tragedia, consumatasi a Rochdale, nei dintorni della metropoli britannica. Proprio in quella località vivevano Awaab e suo padre Abdullah, residenti in un alloggio popolare divorato dalla muffa. Nel processo sta quindi emergendo la totale indifferenza delle autorità locali, mai intervenute, nonostante le sollecitazioni da parte del padre del bambino, per risolvere il problema dell'umidità in quella casa. Proprio la prolungata esposizione del bimbo ad ambienti invasi dalla muffa sarebbe alla base della morte del minore, verificatasi per gravi complicanze respiratorie.

Le testate d'Oltremanica hanno ultimamente diffuso il contenuto della relazione fatta sull'accaduto dal medico legale, per cui quell'alloggio aveva "una ventilazione inadeguata e non era attrezzato per le normali attività quotidiane, il che ha portato a un eccesso di umidità e condensa". Le infezioni respiratorie che hanno alla fine colpito Awaab sarebbero, in base alla perizia, conseguenze dirette della permanenza del piccolo in spazi caratterizzati da microclima totalmente insalubre per i bambini.

Nel processo in corso a Manchester, inoltre, il padre della vittima ha ripetutamente denunciato in aula e sui giornali il fatto di avere rivolto, fin dal 2017, decine di appelli a ogni tipo di istituzione cittadina affinché venisse eliminata la muffa in quella casa, senza però ottenere mai risposte. Una volta, ha raccontato in questi giorni l'uomo ai media britannici, dei funzionari dell'ente comunale per l'edilizia sociale non avrebbero fatto altro che consigliargli, per risolvere il problema dell'umidità, di "ridipingere le pareti".

Nel giugno 2020, pochi mesi prima che il figlio morisse, il signor Abdullah, sempre più scoraggiato, aveva quindi incaricato degli avvocati per inoltrare un reclamo formale all'ente incriminato, ma quest'ultimo aveva risposto rifacendosi alla normativa sulle case popolari nella Greater Manchester, per cui qualsiasi riparazione non sarebbe stata effettuata fino a quando non fosse stato raggiunto un accordo con gli inquilini.

I quotidiani britannici, alla luce dei dettagli della tragedia di Awaab, stanno sempre più puntando il dito contro gli enti per l'edilizia sociale, attribuendo a "cavilli burocratici" il decesso del bimbo.

Gli stessi organi di informazione, inoltre, stanno denunciando come "incredibile e inaccettabile" il fatto che un minore possa morire in questo modo nel Regno Unito del 2022 e stanno anche evidenziando il dato per cui quasi un milione di case nella sola Inghilterra, sia popolari sia private, soffrirebbero ad oggi di "grave umidità". Di conseguenza, due anni dopo la morte di Awaab Ishak ci sarebbe il potenziale per ulteriori tragedie.

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