A Caivano gli abusi andavano avanti da mesi: nel branco anche figli dei boss

Il numero dei ragazzi coinvolti potrebbe arrivare 15. Sequestrati i cellulari: è caccia ai video delle violenze

A Caivano gli abusi andavano avanti da mesi: nel branco anche figli dei boss
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È un racconto dell'orrore quello che emerge dalle carte dell'inchiesta relativa allo stupro di gruppo avvenuto ai danni di due cuginette, entrambe tredicenni, nel "Parco Verde" di Caivano (Napoli). I ragazzi coinvolti, dei quali solo uno maggiorenne, potrebbero passare da sei a quindici. Non solo. Tra i componenti del branco ci sarebbero anche due figli di esponenti della camorra. I carabinieri, coordinati dalla procura minorile della città partenopea, hanno sequestrato i cellulari degli indagati e sono in corso accertamenti su tabulati ed eventuali video delle violenze. Gli investigatori non escludono che il gruppo di giovanissimi abbia abusato più volte e in più mesi delle due ragazzine.

Lo stupro di gruppo

L'episodio più eclatante, da cui sono scaturite le indagini, risale allo scorso luglio. Le due cuginette sarebbero state abusate dal branco per una notte intera all'interno di un ex capannone che, un tempo, veniva utilizzato come "magazzino" dai pusher del "Parco Verde", già noto alle cronache per la triste vicenda della piccola Fortuna Loffredo. Stando a quanto trapela dagli accertamenti dei carabinieri, le ragazzine sarebbero state costrette a subire violenze e umiliazioni dai giovanissimi aggressori che potrebbero aver filmato l'orrore con gli smartphone. Il condizionale è d'obbligo dal momento che l'esistenza di eventuali video non è stata ancora confermata.

Il sospetto: "Era già successo"

Le indagini sono scaturite dopo la denuncia dei familiari delle due ragazzine. Nella fattispecie, il fratello di una delle due cuginette avrebbe ricevuto un messaggio sui social in cui qualcuno lo avrebbe informato delle violenze avvenute nel capannone abbandonato. Da lì sarebbe scattata la denuncia ai carabinieri di Caivano e successivamente l'informativa è stata trasmessa alla procura minorile del capuologo campano. Le giovanissime vittime, ascoltate in audizione protetta, con anche il supporto di assistenti sociali e psicologici, hanno confermato di essere state abusate e picchiate. C'è di più: le stesse avrebbero rivelato che le violenze sarebbero iniziate due o tre mesi prima dei fatti di luglio. Sarebbero almeno "sei o sette" - scrive il Corriere.it - gli episodi sui quali sono in corso accertamenti da parte dei militari dell'Arma.

Sequestrati i cellulari

Tra i componenti del branco ci sarebbero anche i figli di due esponenti di spicco della camorra locale. Al momento è stato fermato solo un 19enne, che ora si trova ristretto nel carcere di Poggioreale. Gli altri membri del gruppo sono tutti minorenni, forse coetanei delle vittime, e quindi non imputabili. A tutti gli indagati sono stati sequestrati i cellulari e sono in corso accertamenti sui tabulati telefonici. Non è eslcuso che l'inchiesta possa allargarsi passando da sei a quindici sospettati.

Il trasferimento delle cuginette nella casa famiglia

Per le due cuginette è stato disposto il trasferimento in una casa famiglia. Misura che la procura ha ritenuto necessaria a fronte di "una situazione di emergenza" e specificando che l'allontanamento è stato deciso per "mettere in sicurezza le minori". "Lo stile di vita delle minori - per i pm - è senz'altro frutto della grave incuria dei genitori che con ogni evidenza hanno omesso di esercitare sulle figlie il necessario controllo esponendole ai pericoli".

L'avvocato Angelo Pisanu, che difende una delle vittime, ha espresso disappunto per il provvedimento del Tribunale: "È una beffa, - ha commentato - un trauma che si va ad aggiungere a un trauma. Andava spostato l'intero nucleo familiare, senza far diventare la vittima un fascicolo".

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