Un detenuto si è tolto la vita nella carcere di Biella. A darne notizia è il sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe, precisando che l'uomo, di nazionalità tunisina, è stato trovato morto nella sua cella attorno alle ore 13 di lunedì 3 ottobre. Un altro, invece, ha minacciato di togliersi la vita se non fosse stato trasferito dal penitenziario di Novara, dove si trova ristretto, in un'altra sede.
"L'ennesimo suicidio di un detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, al di là del calo delle presenze. E si consideri che negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 25mila tentati suicidi ed impedito che quasi 190mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze", riferisce con una nota il segretario per il Piemonte del Sappe, Vicente Santilli, chiedendo l'apertura di un tavolo permanente regionale sulle criticità delle carceri.
La tragedia nel carcere di Biella
La tragedia si è consumata ieri mattina. Come si apprende dal comunicato stampa diramato da Sappe, il detenuto di nazionalità tunisina è stato rinvenuto impiccato a un gancio della finestra della propria cella tramite un cappio realizzato con i lacci da scarpe. "L'intervento è stato immediato - recita la nota -e sia il personale di polizia che i sanitari hanno tentato per oltre mezz'ora di rianimare il detenuto ma è nulla sono valsi gli sforzi e il 118 ha dovuto constatare il decesso del ristretto".
Dramma sfiorato a Novara
Sempre ieri, nella casa circondariale di Novara, un detenuto del Nord Africa ha tentato di togliersi la vita. L'uomo è salito sul tetto del penitenziario e ha minacciato di lasciarsi cadere nel vuoto se non avesse ottenuto il trasferimento in un altro istituto. Lo straniero "ha pure lanciato diverse tegole contro il personale di Polizia Penitenziaria, che monitorava la situazione. Sono momenti di grande tensione - precisa Santilli nella nota - ma è comunque stato pronto e tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari, che interagendo con il Comandante di Reparto e un educatore, sono stati impegnati in una fondamentale opera di mediazione che ha poi convinto l'uomo a scendere pacificamente dal tetto".
"Problemi sociali e umani permangono nelle carceri"
Lo scorso 11 agosto, nel carcere delle Vallette di Torino, due donne si sono tolte la vita a distanza di poche l'una dall'altra. Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, "chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica ed istituzionale, dovrebbe andare in carcere a Biella e a Novara a vedere come lavorano i poliziotti penitenziari L'ennesimo suicidio di un detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, al di là del calo delle presenze".
Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, "più di 25mila tentati suicidi ed impedito che quasi 190mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze.
- puntualizza Capace -Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia è certamente all'avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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