Non sembra vicino a una soluzione il giallo di Grazia Prisco, l'ottantenne trovata morta in una zona di montagna nei pressi del comune di Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, a giorni di distanza dalla sua scomparsa. L'uomo che era con lei e che guidava l'Apecar che avrebbe avuto l'incidente, anche lui anziano, è stato dimesso poche ore fa dopo un ricovero in stato confusionale a seguito dell'incidente. Sua moglie, ai microfoni di Alessandro Politi di Storie Italiane, ha raccontato che l'uomo da qualche tempo è in cura per disturbi alla memoria, che questo incidente avrebbe acuito. Il giornalista è tornato sul posto e ha intervistato in esclusiva per il programma di Rai1 conoscenti e familiari dell'uomo e della donna, che hanno fatto nuove rivelazione che ilGiornale.it può rivelare in anteprima.
Nella puntata di mercoledì, infatti, andrà in onda il servizio completo con le dichiarazioni rilasciate a Politi dal figlio dell'uomo, che per la prima volta ha parlato ai microfoni di Storie Italiane: "Lui racconta che non c'è mai andato". Anche il figlio sottolinea il disturbo di memoria di cui da tempo soffrirebbe il padre."Si ricorda le cose vecchie ma quelle nuove se le dimentica", sottolinea. Il giornalista, durante la sua permanenza in paese, è riuscito a intercettare anche il carrozziere che li ha visti prima della tragedia con l'Apecar. "Sono stato chiamato verso le 17 del giorno 11 (giorno della scomparsa, ndr) da un benzinaio perché i due vecchietti erano rimasti a piedi", dice il carrozziere, che riferisce di alcuni problemi al mezzo, che necessitava di riparazioni.
I due sarebbero rimasti circa un'ora e un quarto col carrozziere, che secondo la sua percezione, riferisce di un uomo "abbastanza lucido, ragionava a modo" che gli avrebbe detto che insieme alla signora si stavano dirigendo verso il carcere di Avellino. La signora Prisco, invece, al carrozziere sarebbe sembrata "strana" perché, riferisce il professionista, "girava sempre su se stessa e andava a sguazzare con le ciabatte nelle pozzanghere". Il carrozziere ha confermato che tra i due ci sarebbe stato un rapporto di amicizia, mentre alcune conoscenti riferiscono che lei lo presentasse come "un parente" ma, soprattutto, il professionista ha evidenziato una presunta scarsa manutenzione dell'Apecar, che non sarebbe stato in grado di affrontare un tratto di strada in salita che porta al carcere.
Per questo motivo, ad Alessandro Politi, il carrozziere si è detto "basito" quando ha saputo dove era stato ritrovato il mezzo, in una zona montuosa di difficile raggiungimento, anche per una vettura in buone condizioni. Una strada che, sostiene il professionista, non era né quella per raggiungere il carcere e nemmeno quella per tornare indietro. "Verso le 19.30 ho provato a telefonare al vecchietto il telefono risultava irraggiungibile. L'indomani ho riprovato a chiamare e il telefono era ancora irraggiungibile", ha spiegato l'uomo. Il figlio, però, davanti alle rivelazioni del carrozziere, ai microfoni di Storie Italiane smentisce: "Quello che dice mio padre è inutile, forse la malattia...". Lo stesso figlio non si spiega come l'uomo sia riuscito a salire in quella zona in cui poi è stato ritrovato.
Le conoscenti della signora Prisco, al contrario di quanto detto dal carrozziere, riferiscono che la donna non fosse trascurata, "arrabbiata ma non strana" e "pulita" mentre il figlio dell'uomo descrive la casa della donna come "sporca", sintomo di un evidente disagio. Le conoscenti incontrate da Politi riferiscono che i due anziani potrebbero essersi persi in quella zona di montagna per andare alla Madonna di Monte Vergine.
Circolano in paese anche voci circa un presunto tesoretto accumulato dalla donna in America, ma il figlio a Politi smentisce categoricamente che potesse esserci un interesse economico da parte del padre: "Faceva solo un'opera di carità, lei non ha famiglia. La accompagnava a fare i servizi e il sabato e la domenica una passeggiata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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