La furia del branco è solo vigliaccheria

Il bullismo non è solo insensibilità, ma soprattutto vigliaccheria

La furia del branco è solo vigliaccheria
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Gentile Direttore Feltri,
ho pianto davanti al video del ragazzo disabile lanciato in mare, a Bari, con un calcio violentissimo sferratogli da un giovane per puro divertimento, mentre gli altri membri del gruppo, ma dovrei dire del branco, filmavano questo spettacolo orribile e un atto di cui evidentemente si sentono fieri e che li rende allegri. Sa cosa mi ha fatto male? Più della loro insensibilità, della cattiveria, della brutalità del gesto che potenzialmente avrebbe potuto anche costare la vita alla vittima, mi hanno commossa la tenerezza e la vulnerabilità di quella persona che cammina incerta e sembra confusa sul lungomare, spaesata, una persona che avrebbe avuto bisogno di una parola, di una carezza, di un sorriso, la quale però ha ricevuto un calcio all'altezza del braccio. Cosa sta accadendo ai nostri ragazzi? E quale mondo li attende?
Lorena Canalis

Cara Lorena,
gli autori di questo crimine non soltanto manifestano quella insensibilità di cui tu parli ma anche vigliaccheria. Facile, infatti, è colpire e prendersela con il più fragile, l'indifeso, il singolo, quando è solo e alla mercé di chiunque. L'occasione è golosa, per simili soggetti, per dimostrare di essere forti, forti nel branco, termine da te adoperato e che risulta più che calzante. Da qui la tendenza dilagante a documentare con le immagini e a postare sul web scene come quella di Bari, azioni di cui ci si dovrebbe vergognare eppure di cui - paradosso - ci si fa vanto. Il fine è dare prova di gagliardia. In verità, il loro atto esprime debolezza, assenza di valori, di scopi, di consapevolezza e maturità, incapacità di provare empatia nonché l'essere in balia di una noia esistenziale per esorcizzare la quale si sceglie di danneggiare il prossimo, chiunque capiti a tiro. Ma guai a noi se consideriamo alla stregua di vittime e commiserariamo i giovani che si macchiano di questi reati cercando coesione e aggregazione sociali nella realizzazione di delitti di gruppo contro i coetanei e non solo. Occorre che essi si responsabilizzino, che comprendano la gravità dei loro comportamenti e le conseguenze che ne derivano sia per loro stessi sia per coloro che subiscono tale efferatezza. Altrimenti non li recupereremo mai più. Li avremo persi per sempre.

Non possiamo più sostenere che si tratti di bullismo, non possiamo più cercare giustificazioni, del tipo manca loro l'amore o provengono da contesti di disagio economico e sociale. Mi rifiuto di ascoltare queste corbellerie, ripetendo le quali la problematica non si risolve bensì si acuisce.

I dati parlano chiaro. L'età in cui viene messo a segno il primo reato, quindi non la prima marachella, si è abbassata a quindici anni e mezzo e l'efferatezzacon la quale si delinque è aumentata, come risulta da uno studio condotto dal centro di ricerca della Cattolica Transcrime, che si riferisce a Milano ma il cui risultato riguarda il Paese intero. I ragazzi con la fedina penale sporca non appartengono solamente a famiglie senza mezzi ma fanno parte anche di contesti socio-economici agiati.

E se non è la miseria a spingerti verso la devianza, allora cosa lo fa?

È questo il quesito che dobbiamo porci. E la necessità di trovare una risposta è urgente.

Personalmente mi sono fatto un'idea. Io credo che nella nostra società sia del tutto assente l'empatia, la capacità di immedesimarsi nell'altro, di avvertire come questi si senta. I rapporti sono sterili, freddi, addirittura glaciali, sempre più digitali e virtuali. Se il giovanotto che ha dato un calcio al ragazzo disabile a Bari, facendolo finire in acqua, si fosse per un momento fermato a vedere, come hai fatto tu, il giogo che pesava su quella figura tenera e disperata, allora non sarebbe stato in grado di esercitare quella ferocia.

Magari gli si sarebbe avvicinato per domandargli: Hai bisogno di qualcosa?.

Ed è in questo gesto d'amore che risiede il nostro essere umani ma anche il nostro essere uomini. Virilità non è prendere a calci il passante, bensì tendergli la mano.

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