
Era il 30 gennaio 2018 quando Pamela Mastropietro, una ragazza di soli 18 anni, veniva violentata e uccisa a Macerata dallo spacciatore nigeriano Innocent Oseghale, che fece poi a pezzi il cadavere. Fu un caso efferato che sconvolse l'intera Nazione. A distanza di sette anni da quel terribile giorno, Alessandra Verni, madre di Pamela, ha incontrato il killer di sua figlia, condannato in via definitiva all'ergastolo.
Ospite a Dritto e rovescio, la donna ha raccontato l'incontro con l'uomo che le ha strappato via Pamela. "Già nelle varie udienze cercavo il suo sguardo. Per noi familiari di vittime è impossibile parlare in aula. Nelle udienze non mi ha mai guardato negli occhi", ha spiegato Alessandra Verni, parlando con Paolo Del Debbio. "Volevo guardarlo in faccia, questo incontro l'ho voluto fortemente e anche lui ha acconsentito di incontrarmi", ha aggiunto, non riuscendo a trattenere le lacrime.
Secondo la Verni, Oseghale non sarebbe affatto pentito. "Non denuncia. Non dice i nomi dei suoi complici e di chi sta pagando i suoi legali". La donna sperava tanto di ottenere delle rispose in più sulla morte della figlia, ma il killer non ha parlato. Degno di nota il fatto che la signora Verni si fosse presentata in carcere portando con sé gli abiti indossati da Pamela il giorno dell'omicidio. Neppure questo è servito a colpire Oseghale. "Volevo arrivare al suo cuore, se ne ha uno. Volevo che si smuovesse. Sono uscita dall'incontro con il sorriso, perché ci siamo comportanti civilmente. Non ci siamo dati la mano. Quando l'ho visto ho provato rabbia, lui ha parlato per primo e mi ha salutato. Io non l'ho saluto, ci siamo seduti uno accanto all'altro", ha raccontato. "Si è inginocchiato per chiedere scusa, in questo incontro c'erano tre mediatori e li ringrazio perché hanno gestito questo incontro in maniera eccellente. Mi ha guardato negli occhi e in alcuni momenti abbassava lo sguardo".
La donna è riuscita a chiedere all'assassino in che modo avesse fatto a pezzi Pamela. Oseghale ha risposto dicendo di aver cominciato dai piedi, arrivando alla decapitazione. Qualcosa di straziante da udire, tuttavia Alessandra Verni ha desiderato ottenere tutte queste informazioni per sua figlia.
"L'ho fatto per Pamela, perché abbia giustizia. E per tutte le vittime che purtroppo una certa politica e certe associazioni femministe vogliono ignorare, le vittime di un'immigrazione clandestina incontrollata", ha concluso.
Occhio e croce al macellaio conviene rimanere in carcere il più possibile.
concordo, lo credo anch'io.
Occhio e croce al macellaio conviene rimanere in carcere il più possibile.