Ultim'ora
È morto Furio Colombo
Ultim'ora
È morto Furio Colombo

"C'è un sospettato mai indagato". Svolta nel caso del mostro di Firenze

Spuntano un nuovo soggetto nel cold case: si tratterebbe di un uomo noto alle forze dell'ordine ma mai attenzionato. Su di lui prove raccolte dall'avvocato di una delle vittime in un fascicolo depositato in procura

Un'immagine d'archivio di Pietro Pacciani, condannato nel 1994 all'ergastolo e poi assolto in secondo grado e deceduto prima del nuovo processo
Un'immagine d'archivio di Pietro Pacciani, condannato nel 1994 all'ergastolo e poi assolto in secondo grado e deceduto prima del nuovo processo
00:00 00:00

Dopo 56 anni dal primo omicidio del Mostro di Firenze, potrebbe esserci una svolta per comprendere chi tra il 1968 e il 1985 compì otto terribili duplici omicidi. Ci sarebbe, secondo quanto riportato da Fanpage, una "Nuova pista su un sospettato mai indagato”.

La momoria depositata

Su incarico di un parente di una delle vittime del Mostro di Firenze il penalista Alessio Tranfa, insieme al consulente Paolo Cochi, nelle settimane scorse hanno depositato una memoria contenente richieste mirate volte a verificare la pista di un ex sospettato noto come l'"Uomo del Mugello", mai preso in considerazione all'epoca dalla Squadra Anti Mostro.

Del caso venne incolpato e condannato all'ergastolo Pietro Pacciani (assolto in secondo grado e deceduto prima del nuovo processo) e quattro anni dopo due "compagni di merende" Mario Vanni e Giancarlo Lotti.

La richiesta di apertura delle immagini

A spiegare la svolta l'avvocato Tranfa: "Abbiamo depositato una prima memoria alcune settimane fa, offrendo tutta una serie di spunti d'indagine e chiesto il compimento di alcuni atti". Tra questi ci sarebbero le acquisizione delle impronte papillari del sospettato e di possibili tracce di Dna su una macchina da scrivere che il consulente dell'avvocato, Paolo Cochi aveva acquistato dal figlio del possibile sospettato oltre all'acquisizione di fotografie degli anni '80 del soggetto con cui integrare una perizia antropometrica.

L'avvocato inoltre ha anche richiesto una copia delle bobine delle conversazioni telefoniche di minaccia registrate nella caserma dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo la notte del 29-30 luglio 1984, data del delitto Rontini – Stefanacci, e della telefonata da parte di un ignoto alla sostituto procuratrice Silvia Della Monica il 23 settembre 1985.

Le parole del legale

Il legale aggiunge anche: "Si tratta di tutta una serie di elementi che potrebbero dare sicuramente un forte contributo nel verificare questa pista. Inoltre, a giorni depositeremo una nuova memoria relativa ad altri atti che riguardano l'omicidio Scopeti ('85) e Pettini-Gentilcore ('74). Sono testimonianza - racconta ancora a Fanpage - che confermerebbero l'avvistamento di questa persona non solo vicino alla zona dell'omicidio dell'85, ma anche di pedinamenti da parte del soggetto che corrisponde alla descrizione e che, secondo una confidenza fatta dalla vittima, Stefania Pettini alla sorella, l'avrebbe seguita con una macchina rossa".

Atti che secondo l'avvocato, incaricato da un parente di una delle vittime che è voluto rimanere anonimo: "Andrebbero ulteriormente sviscerati". Tra l'altro alcuni degli omicidi rimangono ancora senza colpevole non essendo stati ritenuti responsabili nè Pacciani, né Vanni, né Lotti.

Chi è l'"Uomo del Mugello"?

A spiegarlo il consulente dell'avvocato Tranfa, Paolo Cochi, che ha raccolto i materiali contenuti nella memoria che è stata depositata in procura. Questo possibile colpevore era nato appunto al Mugello dove nel 1985 venne imbucata la lettera inviata a Della Monica con una parte del seno di Nadine Mauriot.

"Questa persona è stata condannata per favoreggiamento, insieme ad altri, che però erano morti durante i delitti del Mostro, per il furto a un'armeria di una beretta calibro 22, uguale a quella del serial killer mai rinvenuta", spiega Cochi. Oltre al materiale depositato trovato anche il dossier sull'indagine fatta dai Carabinieri nell"84 su questo personaggio. I militari interrogarono l'uomo, ascoltarono dei testimoni, uno dei quali disse di averlo visto con una beretta calibro 22, e gli trovarono addosso due proiettili già esplosi. "Questi vennero messi in cancelleria, ma poi sparirono", dice il consulente.

Gli elementi raccolti dal consulente

Si parla del periodo in cui venne ucciso di Vicchio, prima di quello di Scopeti che è stato poi l'ultimo duplice omicidio del killer rimasto a tutt'oggi senza nome. Questa persona venne interrogata ed inserita nella lista dei sospetti della squadra anti mostro. L'uomo, come ricorda ancora il consulente a Fanpage, era un cacciatore e sapeva sparare, era pregiudicato, alto, rossiccio, proprio come venne descritto nei verbali dopo il delitto di Vicchio e la sua presenza venne confermata da testimoni anche nella piazzola di Scopeti.

"Noi abbiamo fatto fare una perizia antropometrica e, confrontando le foto del sospettato, risulterebbe essere lui. Per questo abbiamo chiesto di acquisire anche delle sue foto degli anni '80. Con le bobine delle telefonate che arrivarono in caserma e alla magistrata Della Monica, invece, vorremmo provvedere a fare un confronto della voce".

Il consulente aggiunge inoltre: "Dal figlio ho acquistato una macchina da scrivere, l'ho fatta periziare ed è emerso che potrebbe esserci un collegamento con le lettere che il Mostro inviò ai tre magistrati, Pier Luigi Vigna, Paolo Canessa e Francesco Fleury. Chiediamo inoltre di ricavare il Dna con un accertamento irripetibile da una macchia trovata sulla macchina da scrivere che sembra essere di sangue".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica