
Il caso di Antonio Micarelli, da un mese agli arresti nel carcere di Rebibbia, potrebbe non essere com'è stato raccontato fino a questo momento. È un'inchiesta in onda questa sera a "Quarta Repubblica" a svelare come, invece, potrebbero essere andati i fatti la notte del 6 febbraio 2025, quando la guardia giurata riuscì a sventare una rapina a casa della sua anziana vicina, in quel momento in pericolo di vita. A causa sua c'erano 5 rapinatori e Micarelli utilizzò l'arma in dotazione. Un colpo raggiunse Anton Ciurciumel, parte della banda di rapinatori. Finora è stato raccontato che la guardia giurata sparò per uccidere, e per questo motivo si trova in carcere, ma i rilievi effettuati dai Ris rivelano un'altra verità, che potrebbe riscrivere tutto.
Il verbale del reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri, infatti, riporta che "il proiettile esploso dalla guardia giurata che ha ucciso uno dei malviventi potrebbe aver colpito l'uomo non in maniera diretta, come sostenuto dalla procura, ma di rimbalzo", spiga il giornalista che ha firmato il servizio, Davide D'Aloiso. Se questo venisse confermato, cadrebbe nei confronti di Micarelli l'accusa di omicidio colposo. Secondo quanto riportato dal verbale di sequestro dei carabinieri, inoltre, "l'ogiva del proiettile è ammaccata". I miliari parlano, infatti, di un'ogiva "parzialmente deformata rinvenuta all'interno del cappello". Il fatto stesso che si trovasse nel cappello è un'anomalia, perché se fosse stato esploso da distanza ravvicinata, quel proiettile non si sarebbe dovuto trovare lì. Questo significa che il proiettile, prima di raggiungere Ciurciumel, ha urtato qualcos'altro. Soprattutto considerando le caratteristiche dell'arma in dotazione a Micarelli. Non è chiaro ancora che cosa, ma i segni non sembrano lasciare molti dubbi agli investigatori.
Colpendo qualcosa durante la sua corsa, il proiettile è stato deviato andando poi a colpire il malvivente in testa.
Eppure, nell'ordinanza di custodia cautelare viene scritto che "l'uomo (Micarelli, ndr) si lanciava senza scrupoli di sorta in una vera e propria caccia all'uomo, che non si vermava neppure dopo il tentativo di uccidere uno dopo l'altro i primi due rapinatori, ma venica protratta con pervicacia e ostinazione fino all'omicidio, stavolta consumato, del Ciurciumel". Il giornalista di Quarta Repubblica, però, rivela che il dettaglio dell'ammaccatura dell'ogiva era noto già il 7 febbraio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.