C’è un dettaglio il cui potenziale è stato trascurato e che potrebbe contribuire a una speranza importante in questi giorni: Giulia Cecchettin potrebbe essere viva. Dopo che nelle scorse ore è trapelato il contenuto di un video da una telecamera di sorveglianza a Fossò, e nel quale si vede Filippo Turetta aggredirla, tra i ritrovamenti degli inquirenti c’è qualcosa che in effetti riaccende le possibilità: del nastro adesivo attorno a una ciocca di capelli, nel punto in cui sono state trovate anche 9-10 macchie di sangue.
“Noi speriamo che lo abbia usato per Giulia - ha commentato a Quarto Grado lo zio di Giulia Andrea Camerotto - perché è possibile che Giulia stia benino, diciamo, sia stata immobilizzata e appunto ammutolita con un pezzo di scotch. Uno che immobilizza un corpo vivo ha senso. Immobilizzare o tappare la bocca a una persona che non ha vita non ha senso”.
La trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi ha ipotizzato il percorso che l’auto di Filippo potrebbe aver fatto, dopo essere avvistata sabato, dopo le 23, nei pressi della casa della coetanea, da un vicino che aveva allertato i carabinieri dopo aver notato un’accesa lite. Tra i punti importanti: alle 00.43 della notte tra sabato e domenica la Fiat Punto di Filippo è stata immortalata a Zero Branco, ma non si vede se c’è anche lei nella vettura.
La sorella Elena Cecchettin ha spiegato che Giulia una volta le aveva raccontato dei giri in macchina a vuoto che Filippo faceva quando aveva problemi o preoccupazioni e ha smentito che lui fosse preoccupato per una partenza della 22enne dopo la laurea in Ingegneria: la scuola d’arte che Giulia avrebbe dovuto frequentare a Ferrara in realtà la stava già frequentando, e non si sarebbe trasferita, anzi avrebbe fatto su e giù da pendolare.
I famigliari di Giulia continuano a sostenere che non ci dovrebbe essere premeditazione nelle azioni di Filippo. Lo zio Andrea ha infatti spiegato di aver parlato proprio di questo con il cognato Gino Cecchettin: “È un giro che sembra un giro di paura, contorto, con tempi molto lunghi”. La speranza, ancora una volta, sembra quella che in queste tempistiche prolungate ci siano delle pause di riflessione. E naturalmente che Giulia sia ancora in vita, sebbene ferita.
Scomparsi nella notte successiva all’11 novembre, non ci sono avvistamenti di Giulia e Filippo. I messaggi WhatsApp mandati a lui dalla propria famiglia mostrano due spunte grigie: segno che sono giunte a un dispositivo connesso, che tuttavia non è lo smartphone che risulta staccato.
Secondo l'avvocato Emanuele Compagno, è questa la spiegazione: il server è attivo e quindi i messaggi sono stati recapitati, ma non solo non è detto che Filippo li abbia letti, non è un dato per dire se il giovane abbia usato il proprio device. Attualmente Filippo è indagato per tentato omicidio e per lui è scattato un mandato di cattura europeo: si teme infatti che possa giungere o sia già giunto in Austria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.