L'autore del furto sacrilego è stato rintracciato nelle scorse ore e denunciato per furto aggravato. La refurtiva non è però stata ancora trovata e il diretto interessato non ha per il momento voluto fornire dettagli su cosa avrebbe fatto delle cinquanta ostie consacrate rubate insieme alla pisside d'argento: per questo l'ipotesi che porta ad un atto propedeutico ad un rito satanico non è ancora stata esclusa dagli investigatori. Questi gli ultimi sviluppi dell'atto predatorio compiuto lo scorso venerdì in Toscana, nella basilica di San Vincenzo e Santa Caterina de' Ricci di Prato. Un uomo, immortalato dalle telecamere del circuito di videosorveglianza interno, aveva scardinato la porta in marmo e metallo che chiude il tabernacolo per trafugare il contenitore d'argento insieme alle ostie. Era quindi riuscito a fuggire, approfittando anche dell'assenza di testimoni.
E la Diocesi di Prato si era rivolta ai carabinieri, con gli inquirenti che hanno avviato le indagini partendo proprio dal filmato registrato da una telecamera interna. Nonostante il ladro avesse agito nascondendo il volto nel cappuccio del giubbotto, le immagini si sono rivelate sufficienti per dare ai militari dell'Arma indizi decisivi per risalire alla sua identità. E sono così riusciti a rintracciarlo, dopo una serie di appostamenti: si tratta di un uomo di 47 anni già noto alle forze dell'ordine, intercettato mentre tentava di nascondersi nell'abitazione di un amico a Vaiano (un Comune della provincia pratese, ndr). Bloccato quando stava tentando di fuggire da una finestra, l'uomo è stato riportato nella basilica e si è se non altro scusato con le suore del suo gesto. Il bottino però non è stato ancora ritrovato: interrogato, il quarantasettenne ha ammesso di aver cercato di rivendere la pisside ad alcuni ricettatori (senza successo, a suo dire) ma non ha al momento voluto fornire dettagli precisi nè su dove si trovi adesso l'oggetto nè su cosa abbia fatto delle ostie.
Avrebbe finora fornito risposte evasive ed è per questo che chi indaga sospetta anche che possa aver venduto le ostie consacrate per eventuali "messe nere". A breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi. "Ringrazio i carabinieri per tutto l’impegno che hanno profuso nel risolvere nel minor tempo possibile il gravissimo fatto avvenuto nella basilica di San Vincenzo e Santa Caterina de’ Ricci - ha commentato il vescovo di Prato, monsignor Giovanni Nerbini - Purtroppo, le ostie consacrate non sono state ritrovate.
Nei prossimi giorni faremo un gesto pubblico, una celebrazione in riparazione della profanazione dell’Eucarestia. Come ho già detto: il nostro proposito è quello di ripristinare il senso dell’Eucarestia in mezzo a noi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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