Scomparsa Kata, il giallo del riscatto e le indagini parallele sui genitori

Oltre ai cellulari della coppia, al vaglio degli inquirenti ci sono anche quelli dei peruviani arrestati sabato. Approfondimenti anche su una presunta richiesta di riscatto e sui rapporti del papà della bimba con alcuni detenuti

La piccola Kataleya Alvarez, scomparsa lo scorso 10 giugno da Firenze
La piccola Kataleya Alvarez, scomparsa lo scorso 10 giugno da Firenze
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Si infittisce di dubbi e presunte indagini parallele il mistero del rapimento di Kata, scomparsa lo scorso 10 giugno dall'ex hotel Astor di Firenze. Gli inquirenti, come è trapelato nei giorni scorsi dalle carte dell'inchiesta relativa al racket degli affitti nell'albergo, ventilano l'ipotesi che i genitori della bimba possano aver sottovalutato o taciuto alcune preziose informazioni. Da qui la necessità di acquisire le copie forensi dei cellulari in uso alla coppia: si cercano mail, messaggi e chat che possano aprire un nuovo spiraglio di verità sul sequestro della minore. Ma non è questa l'unica novità. Stando a quanto riporta il quotidiano La Nazione, all'attenzione degli investigatori ci sarebbe anche una presunta richiesta di riscatto giunta ai familiari della piccina a metà luglio e di cui l'autorità giudiziaria non sarebbe stata informata.

Il "giallo" sulla richiesta di riscatto

C'è una matassa ancora da sbrogliare, un sottobosco di notizie (forse taciute) sul rapimento della piccola Kata. A partire dall'ipotetica richiesta di riscatto che, come detto, sarebbe pervenuta ai genitori della bimba qualche settimana fa. I due ne avrebbero fatto menzione con alcune persone della comunità peruviana di loro conoscenza, nella massima riservatezza. È vero oppure no? Se sì, perché gli inquirenti non ne sarebbero stati informati? Come ben precisa il quotidiano fiorentino, Miguel Angel Romero Chicclo, il papà della piccina, non è certo nuovo a iniziative personali. Non appena uscito dal carcere di Sollicciano, in cui era ristretto per ragioni che esulano dalle attuali indagini sul sequestro della minore, si recò in un campo rom per appurare se qualcuno avesse informazioni della figlioletta. Non un caso, verrebbe da pensare, dal momento che l'occupazione abusiva dell'ex Astor era terreno di scontri violenti tra peruviani e romeni. Solo che qualcosa non torna. A leggere le carte dell'inchiesta sembrerebbe che i romeni fossero alleati della banda di Carlos e lo zio di Kata, Abel Alvarez Vasquez detto Dominique, arrestati insieme ad altre due persone per ipotizzate condotte estorsive nei confronti di alcuni occupanti della struttura di via Maragliano. Se così fosse, che senso avrebbe l'eventuale ritorsione sulla bimba?

I rapporti in carcere del papà di Kata

Oggetto di attenzione da parte degli investigatori sembrerebbero essere anche i rapporti tra Miguel Angel Romero Chicclo e gli altri detenuti del carcere di via Minervini. Nello stesso periodo in cui il papà di Kata era detenuto nel penitenziario, ad esempio, c'erano anche alcuni membri della famiglia Salinas Mena. Manuel Salinas Mena è tra le quattro persone arrestate sabato e accusato, assieme agli tre, di aver partecipato al raid punitivo del 28 maggio scorso che si è concluso con il tentato omicidio dell'ecuadoregno, precipitato al suolo dal secondo piano dell'ex albergo per sfuggire alle violenze della "squadraccia". È forse a lui che si riferiva il padre della bimba quando accenna a qualcuno dei quattro fermati che "potrebbe sapere" qualcosa sul rapimento della figlioletta?

Le parole in codice

Intanto, i carabinieri del Nucleo Investigativo stanno passando al setaccio i cellulari dei familiari di Kata, compreso quello dello zio Abel Alvarez Vasquez.

L'obiettivo è trovare tracce o rifermenti, mediante l'uso eventuale di parole in codice, alla piccola Kata. Il sospetto, più che fondato secondo gli inquirenti, è che non tutte le informazioni utili al ritrovamento della piccina siano passate dagli uffici della procura di Firenze.

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