Le torture, il rogo, gli omicidi: i dieci giorni di orrore a Palermo

La strage di Palermo è stata compiuta in 10 giorni dietro ragioni che trovano radici del fanatismo religioso: ecco cosa è successo nella villetta di Altavilla Milicia

Le torture, il rogo, gli omicidi: i dieci giorni di orrore a Palermo
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Gli inquirenti stanno ancora lavorando per capire cosa sia successo ad Altavilla Milicia, dove Giovanni Barreca, insieme a una coppia di amici, Sabrina Fina e Massimo Carandente, ha brutalmente ucciso la moglie, Antonella Salamone, che oggi avrebbe compiuto 31 anni, e due dei loro tre figli, Kevin di 16 ed Emanuel di 5. L'orrore si è consumato in 10 giorni, come se fosse un esorcismo, ha spiegato la figlia di 17 anni, unica superstite. La prima a essere stata uccisa è stata proprio Salamone, il cui corpo è stato trovato carbonizzato poco lontano da casa. Poi i figli, uccisi per soffocamento. Ecco come si sarebbero svolti i fatti, secondo le informazioni ottenute dalle prime indagini.

2 febbraio: È il giorno in cui sarebbe stata uccisa Antonella Salamone. Per avere la certezza occorrerà aspettare gli esiti dell'autopsia che verrà effettuata nei prossimi giorni. Il suo corpo è stato trovato carobinizzato ma non si sa ancora come Barreca e la coppia di amici l'abbia uccisa.

9 febbraio: È il giorno in cui sono stati uccisi i due fratellini. Loro sono stati soffocati e non si escludono torture sui loro corpi, prima o dopo l'assassinio. Il più grande, Kevin, è stato trovato dalle forze dell'ordine senza vita nel suo letto, legato con una grossa catena. È stato necessario far intervenire i Vigili del fuoco per liberarlo.

10 febbraio: Barreca chiama i carabinieri, annunciando di aver compiuto l'omicidio. "Ho ucciso tutta la mia famiglia, venite a prendermi". I carabinieri di Bagheria lo vanno ad arrestare a Casteldaccia, un centro non distante da Altavilla Milicia. Non ha spiegato come mai si trovasse in quel paese e non ha dato indicazioni. Viene portato in caserma dove i carabinieri lo sottopongono a un primo interrogatorio. "C’era il diavolo a casa", dice l'uomo agli investigatori, orientando la loro indagine.

11 febbraio: Dall'interrogatorio dell'uomo emergono i primi dettagli della strage e prima dell'alba i carabinieri si recano a casa dell'uomo, certi di trovare i figli. La scena davanti ai loro occhi è agghiacciante. Oltre ai cadaveri dei figli minori, in una stanza trovano la figlia maggiore, di 17 anni, impietrita e sotto choc, ma viva. È stata probabilmente drogata dal gruppo di assassini ed è stata costretta a vivere per due giorni in casa con i corpi senza vita dei fratelli. È lei che agli inquirenti parla di un "esorcismo" fatto dal padre e dalle altre due persone ed è grazie ai dettagli della ragazza che inizia a configurarsi l'ipotesi di una setta dietro l'orrore. Fina e Caradente, disoccupati ossessionati dalla religione, erano spesso ospiti a casa di Barreca.

12 febbraio: Dopo aver trascorso la prima notte in carcere, Barreca, Fina e Caradente hanno incontrato i loro avvocati in attesa della convalida del fermo da parte

del Gip. Secondo gli investigatori, la coppia non avrebbe solamente istigato l'uomo a compiere il brutale omicidio dei figli, convincendolo che fossero posseduti dal demonio, ma sarebbe intervenuta attivamente nell'orrore.

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