"Vederlo passeggiare per Pralungo mentre nostra figlia non c'è più è una vergogna. Questa non è giustizia". È lo sfogo amaro di Fabrizio, il papà di Erika Preti, la 28enne che l'11 giugno del 2017 fu uccisa con 57 coltellate da Dimitri Fricano al culmine di un litigio durante una vacanza in Sardegna. Condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione per l'omicidio della fidanzata, il 36enne è stato mandato ai domiciliari perché considerato obeso e iper fumatore. Ora vive in una cittadina del Biellese, a pochi passi dall'abitazione dei genitori della vittima. "Da un anno lo incrociamo per le vie del paese. Anche solo quando è a passeggio con il padre o in posta. - racconta in un'intervista al Corriere della Sera Fabrizio Preti - Non mi sembra quindi che stia così male, è incompatibile soltanto con il carcere, per tutto il resto può vivere la sua vita normalmente. Mentre nostra figlia possiamo vederla solo al cimitero".
L'udienza
Come riporta il giornale di via Solferino, Fricano esce di casa al mattino per le cure e nel pomeriggio può girare liberamente in paese. A novembre avrebbe dovuto esserci una nuova udienza per stabilire l'eventuale ritorno in carcere o confermare i domiciliari. Ma il Tribunale di Sorveglianza di Torino, che avrebbe dovuto riesaminare il caso un mese fa, non ha ancora fissato una data. "È vergognoso. - denuncia il padre di Erika - Lui dovrebbe tornare in carcere o in una struttura, perché a casa non dimagrisce e non guarisce. La sua situazione è come quando è stato trasferito. Non posso accettare che l'assassino di mia figlia possa uscire liberamente tutti i giorni". E ancora: "Ogni giorno rischio di trovarlo al supermercato, per strada, in centro. Siamo sempre in allerta e in ansia. Come si fa a stare tranquilli? Con gli anni il dolore per la perdita di Erika peggiora".
Il papà di Erika: "Siamo stati abbandonati"
Tra i familiari della vittima e Fricano ci sono stati alcuni momenti di tensione, poi finiti inevitabilmente con telefonate in questura e denunce. "Ad agosto ho incontrato lui e il padre in centro a Biella. - spiega Fabrizio - Ho perso le staffe e li ho insultati. Il giorno dopo i carabinieri mi hanno chiamato per dirmi che mi aveva denunciato". I genitori di Erika sono esasperati: "Abbiamo parlato con politici per essere aiutati. Siamo stati abbandonati. - continua l'uomo - Abbiamo lottato tanto per ottenere giustizia e ora ci sentiamo impotenti. Per noi sarà un altro Natale difficile. Dobbiamo stare attenti per trovarci all'improvviso di fronte all'assassino di nostra figlia".
L'omicidio di Erika Preti
Erika Preti, 28enne originaria di Tollegno (Biella), venne uccisa con 57 coltellate dal fidanzato, Dimitri Fricano, la sera dell'11 giugno 2017. L'omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una discussione scoppiata all'interno di una villetta a San Teodoro, in Sardegna, dove la coppia si trovava in vacanza. La prima versione di Fricano fu quella di una rapina finita nel sangue. Due settimane dopo, l'uomo si presentò in procura a Biella per confessare il delitto. Rinviato a giudizio, Fricano fu condannato sia in primo grado che in appello a 30 anni di carcere. Due anni fa la condanna è diventata definitiva.
Ai domiciliari perché obeso e iper fumatore
Dopo un periodo trascorso in carcere, a novembre dello scorso anno i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Torino hanno concesso la detenzione domiciliare a Fricano perché gravemente obeso, iper fumatore e affetto anche da patologie.
"A causa delle sua obesità e delle limitazioni funzionali derivanti dalla polineuropatia agli arti inferiori e superiori - si legge in uno stralcio dell'ordinanza - non è in grado di assolvere autonomamente alle proprie necessità quotidiane e ha bisogno di un’assistenza che non è possibile dispensare in istituto". A novembre avrebbe dovuto esserci una nuova udienza per riesaminare il caso, con buona probabilità slitterà a gennaio del 2025.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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