Cronache del tempo di guerra

«Vita da guerra». Titolo che riecheggia quel «Vita da cani» e suggerito, dall’autore Marco Massa, dall’editore Erga Marco Merli. Un racconto della guerra (1940-1945) vissuta dai genovesi. Dice Marco Massa: «E, la guerra nel quotidiano, vista da chi l’ha vissuta giorno per giorno». E, attraverso le notizie, brevi, stringate, ricche di emozioni, pubblicate dai giornali di allora (Il Corriere Mercantile, Il Caffaro, il Secolo XIX, il Lavoro, il Cittadino e il Giornale di Genova). Massa è un ottimo cronista, lo è stato per anni e su queste storie legate al fascismo e a Mussolini ha espresso il meglio di se come narratore (altri due libri suoi riguardavano il Duce). Affascinato dal dittatore? «Proprio no - spiega - ma certo quando ero al “Lavoro” leggevo gli articoli di Cicciarelli, nei quali spesso si raccontava quando i fascisti misero in subbuglio la sede del giornale. Mi chiesi allora cosa succedeva in quei giorni... e come i genovesi vivevano quelle ore».
Ecco spiegato il piacere del suo racconto, ancorché drammatico, legato ai terribili cinque anni di guerra che funestarono il nostro Paese e la nostra città. Gli articoli selezionati sono 569, tutti comparati con fonti d’archivio per offrire uno spaccato di vita reale, non alterato dalla stretta censura fascista. Grandi tragedie, mille episodi anche marginali, ma significativi: truffe, vita nei rifugi, il fuoco amico, la prostituzione, la mancanza di viveri, la borsa nera, la guerra civile (quanti ammazzati da una parte e dall’altra per vendette personali!). Insomma: un tuffo nel passato, giorni terribili indimenticabili, generi alimentari che mancavano, per averli si poteva anche uccidere, la breve illusione di libertà, l’occupazione tedesca, i morti per le strade appena dopo l’armistizio. Hanno presentato il libro («Che dovrebbe andare anche fra i giovani nelle scuole») gli assessori Giovanni Boitano ed Ezio Chiesa.

Sganciato, va detto, da ideologie pericolose, v’è dentro in queste pagine solo cronaca pura e vera. Solo fatti, niente commenti. Da vero e onesto cronista, come ha dimostrato di essere un Marco Massa, professionalmente, tornato agli anni ruggenti del «Lavoro».