"A 11 anni con la cocaina": così due famiglie spacciavano a Canicattì

Telecamere abusive, bambini usati come corrieri e spole da Palermo. Due famiglie avevano trasformato una palazzina in una vera e propria piazza di spaccio

"A 11 anni con la cocaina": così due famiglie spacciavano a Canicattì

Una palazzina trasformata in un fortino di spaccio, con un sistema di sorveglianza (abusivo) di otto telecamere che garantiva a due famiglie una certa tranquillità mentre smerciavano cocaina, eroina e hashish. Bimbi utilizzati come corrieri della droga dai familiari, spesso in competizione tra loro. Decine di tossicodipendenti che confluivano in quella via per assicurarsi qualche dose.

Il centro di questo commercio di sostanze stupefacenti era un condominio in viale della Vittoria a Canicattì, nell'agrigentino. A finire nei guai, con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, sono un uomo e tre donne. Una di queste è stata sorpresa in compagnia della figlia di 11 anni mentre entrambe stavano trasportando dosi di cocaina: "La mamma aveva sette dosi di cocaina nascoste nell'abbigliamento intimo - ha ricostruito il capitano dei Carabinieri Luigi Pacifico - ma anche la bambina aveva dosi di cocaina addosso. Un'attività di spaccio veramente spregiudicata che ha trasformato la zona in un contesto degradato". Due delle indagate erano state arrestate in passato perché sorprese a spostare cocaina da Palermo a Canicattì. Nella palazzina, con l'aiuto dei cani delle unità cinofile, i militari hanno sequestrato diverse dosi di marijuana confezionata e pronta per essere rivenduta. I vigili del fuoco sono intervenuti per smantellare le telecamere con cui gli spacciatori sorvegliavano la strada.

Nel corso delle indagini, iniziate nel 2019, sono state identificati 16 consumatori abituali. Arresti in flagranza di reato, sequestri e denunce sono scattati a ripetizione. Anche perchè la comparsa di questa palazzina della droga, che aveva attirato consumatori e spacciatori, non andava a genio a chi tradizionalmente smerciava. Così le due famiglie - che intercettate definivano "lavoro" l'attività criminale - sono state minacciate e sono diventate il bersaglio di vere e proprie azioni minatorie: "Alcune auto sono state bruciate, altre sono state raggiunte da colpi di arma da fuoco", ha aggiunto Pacifico. Gli spacciatori vendevano anche dosi di speedball - una droga che si ottiene combinando cocaina ed eroina - e le vendevano a cifre irrisorie, dai 10 ai 15 euro.

Sballo a basso prezzo che garantiva una fila di "clienti" sempre pronta ad acquistare, e che in alcuni casi aveva avuto "esiti letali". Lo spirito imprenditoriale - e criminale - di certo non mancava: durante i lockdown dello scorso anno, le due famiglie avevano organizzato una vera e propria rivendita illegale di mascherine e generi sanitari.

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