Un minorenne della provincia di Lecce sotto indagine. Un gruppo di giovani ragazze al centro di una chat anonima in cui insulti e minacce erano pane quotidiano. Una possibile deriva più violenta del cyberbullismo, molto più violenta.
Come riporta Corriere Salentino, nei giorni scorsi la procura dei minori di Lecce ha iscritto nel registro degli indagati uno studente salentino. L’ipotesi al vaglio è che sia il responsabile o uno dei responsabili per insulti e minacce ai danni di un gruppo di coetanee, che si consumavano all’interno di una chat anonima di Telegram. Qui il presunto responsabile era noto con il nickname di Ciukino e tanto di immagine di un asinello. Si stanno valutando eventuali responsabilità anche da parte di maggiorenni, tanto che è stato trasmesso un fascicolo sull’indagine anche alla procura ordinaria.
Che cos’è il ciukinismo
È difficile dire se sia un fenomeno oppure no: sicuramente assume forse diverse in base alle persone coinvolte. Ciononostante, dati i contenuti e il nickname del presunto responsabile nella chat al centro di questa indagine della procura dei minori di Lecce, si è incominciato a parlare di ciukinismo, come fosse un fenomeno di massa codificato o codificabile.
Il ciukinismo può essere assimilabile a una forma di cyberbullismo, con una deriva decisamente violenta. Cosa accadeva in questa chat di Telegram? Gli utenti, sobillati da Ciukino che aveva fondato la chat e si presentava come un bot (cioè non come una persona, ma come una macchina programmata per rispondere automaticamente), trovavano su Instagram le foto di alcune ragazze, minorenni o poco più che maggiorenni. Gli scatti venivano scambiati poi in una chat dal titolo “Tr*iette di Instagram”. All'interno della chat, a un certo punto, è comparso perfino un sondaggio su quale tra queste giovani fosse la più “stuprabile”.
Il servizio di “Chi l’ha visto?”
Del caso si parlò anche l’estate scorsa a “Chi l’ha visto”, nella puntata del 1 luglio 2020. Ospite una di queste giovani, Agnese: sono state diffuse in chat dapprima informazioni personali, poi insulti fisici, minacce di stupro e minacce di morte che riguardavano lei e altre giovani. Alcune di queste ragazze hanno provato a contattare Ciukino, ricevendo come risposta un messaggio che non lascia spazio all’interpretazione: “Io appena fatti 18 anni, picchio le donne e butto l’acido in faccia. Le donne sono peggio degli oggetti, non hanno valore. Se una donna è pari a un uomo, può essere picchiata”. Così alle ragazze, aiutate dai genitori, non è rimasto che denunciare tutto alla polizia postale, la quale ha coordinato i lavori dell’indagine successivamente alla denuncia. L’indagine, a luglio, è partita dalle accuse di pornografia minorile, adescamento di minorenne, minacce, istigazione a delinquere e diffamazione.
Alessandro, il padre di una delle giovani coinvolte e che si definisce militante di Anonymous, ha dichiarato a “Chi l’ha visto?" che Ciukino potrebbe non essere il fulcro del fenomeno, ma ci potrebbero essere altri soggetti, forse maggiorenni, responsabili. L’uomo sospetta infatti che il vero responsabile chatti da Orvieto: con le sue doti da hacker è riuscito a chiudere il canale in cui era presente sua figlia e le figlie di tanti altri genitori preoccupati. L'uomo è riuscito anche a cancellare le foto.
La stessa Agnese, tra le ragazze colpite, sebbene abbia affermato di non voler giustificare il coetaneo, ha dichiarato a Federica Sciarelli che Ciukino potrebbe aver voluto attirare l’attenzione, o forse aver avuto bisogno di avere qualcuno con cui parlare. “Io ci ho provato a scrivere a questo ragazzo - ha raccontato Agnese in trasmissione - volevo parlare ma si è messa in mezzo la madre di questo ragazzo. Questo ragazzo, se arriva a pensare determinate cose, forse ha problemi più grandi di quelli che sta arrecando a noi. Però volevo fargli capire che non lo odiavo, semplicemente le sue azioni non andavano bene ma poteva avere una seconda possibilità. Perché il peggio non era ancora arrivato e spero non arrivi mai”.
L’indagine sul ciukinismo
Il primo passo da parte della polizia postale è stato il sequestro degli smartphone delle giovani coinvolte e del presunto Ciukino. Le ragazze sono anche state ascoltate, mentre la chat è passata al vaglio dell’ingegnere informatico Luigina Quarta. In questo modo si è giunti all'identità del presunto responsabile, ma l’indagine è ancora all’inizio e quindi è presto per qualunque valutazione.
“Si tratta di un fenomeno molto grave su cui abbiamo avviato una serie di accertamenti - ha commentato al Corriere Salentino il procuratore capo della Procura dei Minori Simona Filoni - Il mio appello, in particolare, lo
rivolgo ai genitori di tanti ragazzi minori affinché vigilino il più possibile sui propri figli perché un oso improprio dei social può diventare spesso molto pericoloso determinando reazioni spropositate e pericolose”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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