Il 2000? Ci aveva promesso i replicantiInvece abbiamo peste, catastrofi e grillini

Film, letture e scienza disegnavano il nuovo Millennio come l’era della macchine del tempo, dei viaggi nell’universo e degli uomini bionici. Invece ci siamo ritrovati epidemie come nel 1919, crisi come nel 1929 e attacchi agli Usa come nel 1942. E l’ignoranza al potere

Christopher Lloyd e Michael J. Fox nel film «Ritorno al futuro»
Christopher Lloyd e Michael J. Fox nel film «Ritorno al futuro»

Ce lo avevano venduto in maniera tutta diversa: il punto più alto dell’intelligenza umana, l’universo senza più confini, l’uomo che convive con macchine sempre più perfette, uguali a lui, se non migliori, la fine del lavoro. Ecco, magari questa fantasia si è realizzata ma non proprio come ce la immaginavamo noi. Il Duemila quest’anno fa vent’anni, l’età delle gioventù e della bellezza, e non è mai stato così vecchio e brutto. Invece che farci viaggiare nel futuro ci ha trascinati nel passato e promette, così a naso, nuove età della pietra. Il cinema per esempio, maestro di generazioni di sognatori, tra catastrofi nucleari e invasioni aliene, ci aveva educato ad altre aspettative sul Duemila. «Blade runner» ci aveva convinto che nel 2019 avremmo avuto a disposizione replicanti da usare come forza lavoro nelle colonie extraterrestri. Invece nel 2020 abbiamo extracomunitari usati come forza lavoro nelle piantagioni del pugliese come nell’Alabama dei sudisti. «Ritorno al futuro» ci aveva fatto salire, al massimo entro il 2015, sulla macchina del tempo, invece abbiamo le ciclabili disegnate per terra nel bel mezzo del traffico milanese, e la bici che sembrava fino a qualche decennio fa un residuato della civiltà contadina è adesso il futuro equo e sostenibile. «Rollerball» era certo che nel 2018 l’umanità avrebbe sfogato gli istinti più bassi in un gioco assassino all’inseguimento su pista di palle di ferro, invece il peggio dell’uomo si sfoga seduto sul divano a chattare su facebook, tra gogne medievali e gare di rutti. Solo le palle, anche se non di ferro, circolano secondo previsione. «La Corsa della morte» ti spiegava che nel Duemila tondo tondo non ci sarebbero state più guerre, «Strange Days» che avresti potuto vivere le vite degli altri, e magari finalmente comprenderle, attraverso un dispositivo di realtà virtuale, «2001 Odissea nello spazio» che equipaggi umani avrebbero scorazzato per l’universo come i motorini di Roma per la città. Ma anche la scienza, oltre che la fantascienza, ci faceva vedere altro: la Nasa prevedeva i primi esploratori umani su Marte nel 2010, i politologi che l’elettorato cosiddetto moderato, ormai maggioranza, avrebbe deciso gli uomini al comando del mondo, la medicina era certa che il tumore sarebbe stato sconfitto. Invece niente. Il Duemila ventenne ci ha rifilato solo sfighe, congelando il tempo in un eterno passato. Il 2001 ci ha restituito alla Twin Towers un attacco all’America come a Pearl Harbour nel 1942, il 2007 una crisi economica più devastante di quella del 1929, il 2020 ci ha infettato con un epidemia che ricorda la Spagnola di cento anni fa. Le Olimpiadi di Tokyo sono state rinviate come nel 1938, l’Italia del calcio non è andata ai mondiali come nel 1958, e abbiamo due papi come nel 1378. E poi guerre mondiali, tsunami biblici, terrorismi religiosi, i veli al posto delle minigonne, bambine che predicano sventura, grillini al potere. E «Bella ciao» è l’hit del momento a noi che sembrano vecchi i Rockets. Ma quello che è peggio è che la pazzia guida i nostri giorni più della ragione diventando modello politico e sociale. Da cosa derivi questo uscire di testa virale e globale non si sa, questo vivere con la convinzione che non ci sia più nessuno e più nulla a cui rendere conto di niente, che tutto vada e venga senza senso.

Ma di certo il futuro non è più quello di una volta. E adesso? Promettono case che parlano, uomini bionici e turismo spaziale, ma chi ci crede più. «Alien» arriverà nel 2122, ma non fatevi illusioni. Elisabetta sarà ancora la regina d’Inghilterra...

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