La maggior parte degli italiani è ormai vaccinata, tantissimi hanno già prenotato anche la terza dose, ma resta uno zoccolo duro di irriducibili non vaccinati. Nonostante le raccomandazioni degli esperti, le prove scientifiche di efficacia contro le varianti, anche Omicron, circa 6milioni di italiani non si sono ancora sottoposti alla prima somministrazione del vaccino contro il coronavirus. I numeri del contagio in Italia hanno toccato il record dall'inizio della pandemia ma, per fortuna, proprio grazie all'alto numero di soggetti vaccinati, gli ospedali e le terapie non sembrano risentire particolarmente della nuova ondata.
Il report diffuso nelle ultime ore parla chiaro: escludendo la popolazione vaccinabile tra i 5 e gli 11 anni, circa 6milioni di italiani devono ancora ricevere la prima dose. In termini assoluti, il numero più alto di non vaccinati è tra i 40-49 anni (1.221.454) e in quella 50-59 anni (1.038.570) mentre, in termini percentuali, il maggior numero di non vaccinati si trova tra i 12-19enni. Sono il 18,47% quelli che ancora devono iniziare il ciclo vaccinale, una percentuale che corrisponde a 854.716 persone su una platea di 4.627.514 totali, che comunque indica anche che è stato suprato l'80% di vaccinati in questa fascia. Ed è proprio la fascia 0-19 anni quella maggiormente colpita dal contagio nelle ultime settimane, come sottolineato da Silvio Brusaferro durante la consueta conferenza stampa settimanale dell'Iss.
A preoccupare maggiormente gli esperti, però, sono gli over 60, dove resiste una frazione di popolazione che ancora non ha ricevuto la vaccinazione. Sono 672.114 i non vaccinati tra i 60 e 69 anni e 403.412 quelli nella fascia 70-79 anni. In più ci sono anche 193.188 di over 80 che non sembrano intenzionati a ricevere la loro dose di vaccino e che, soprattutto in questo periodo di feste, rischiano maggiormente il contagio.
Tuttavia giungono anche notizie confortanti perché, come sottolineato da Silvio Brusaferro, "il numero di 80enni e over 80 che hanno fatto la terza dose è arrivato al 63-64% e contestualmente in tutte le fasce d'età cresce l'attenzione al vaccino".
Tuttavia il tempo stringe e, nei prossimi 30 giorni, "in quasi tutte le regioni è prevista la probabilità di dover utilizzare il 20-30% dei posti letto per i pazienti che necessitano di terapie legate al Covid". Questa proiezione tiene conto "dello stato dell'arte attuale e dei provvedimenti attuali. Nel momento in cui impattano nuovi provvedimenti, queste proiezioni possono subire dei cambiamenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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