Abbandona anziana disabile per andare al bar: badante straniera condannata

Una badante moldava è stata condannata a quattro mesi di reclusione dal tribunale di Perugia: avrebbe dovuto badare a un'anziana disabile, invece la abbandonava trascorrendo buona parte del giorno a fare shopping o al bar

Il tribunale di Perugia
Il tribunale di Perugia

Era stata assunta per badare a una donna di 85 anni cieca e disabile, ormai non più autosufficiente da tempo. Solo che invece di supportarla nel corso dell'intera giornata, incassava il compenso pattuito dai familiari e approfittando della loro assenza la lasciava a loro insaputa in totale stato di abbandono, uscendo per andare al bar, a far compere o a passeggiare. Per questi motivi, il tribunale di Perugia ha condannato ieri a quattro mesi di reclusione una donna di 47 anni originaria della Moldavia. La vicenda, riportata dalla testata online PerugiaToday, risalirebbe agli scorsi mesi e sarebbe venuta a galla solo grazie ai servizi sociali del Comune del perugino in cui la pensionata abitava.

La famiglia, non potendo accudirla, aveva assunto una badante per far sì che quest'ultima provvedesse alle necessità della signora. Invece, secondo la procura di Perugia, la straniera avrebbe abbandonato l'anziana a se stessa, esponendola a rischio concreto di pregiudizio per la propria incolumità. In buona sostanza, la quarantasettenne non trascorreva mai davvero il tempo concordato con la persona della quale doveva occuparsi: spesso e volentieri usciva per i motivi più disparati, anche per recarsi al bar o andare a fare shopping, a prescindere dai bisogni e dalle condizioni di salute dell'anziana. In un’occasione la badante avrebbe raggiunto il centro storico del capoluogo dell'Umbria senza apparente motivo, semplicemente per una gita. E avrebbe così lasciato la donna da sola per oltre tre ore, fino all’intervento di una volante della polizia locale di una realtà comunale della provincia perugina, allertata dall’assistente sociale e dall’amministratore di sostegno.

Due persone che avrebbero dovuto visitarla in quell'occasione, ma che non riuscivano a entrare in casa in quanto non c'era nessuno ad aprire loro la porta. E a posteriori, fu proprio quello l'episodio-chiave che portò a galla l'intera questione: una volta giunti sul posto, gli agenti capirono quel che stava avvenendo e le successive indagini portarono alla denuncia della moldava.

Negli atti del processo si legge infatti che quel giorno solo casualmente, dopo oltre tre ore e mezza, l’anziana è stata ritrovata in casa da una pattuglia della polizia municipale che ne constatava lo stato di abbandono su segnalazione dell’assistente sociale e dell’amministratore di sostegno, intervenuti per una visita domiciliare senza poter accedere per prestare assistenza. A chiusura dell'indagine successivamente avviata, la badante è stata quindi rinviata a giudizio. Sino alla sentenza che l'ha riconosciuta colpevole.

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