Il nostro Paese da anni è in una congiuntura economica negativa, che sta trascinando nel baratro migliaia di cittadini italiani. Covid, guerra e inflazione hanno abbattuto il potere d'acquisto e sono sempre di più i lavoratori che non riescono ad arrivare a fine mese con il loro stipendio. Questo si ripercuote in una fortissima crisi abitativa, con l'aumento degli sfratti per le persone che non sono più in grado di pagarsi un affitto. Ma, nonostante sia in aumento il numero di italiani in coda per ottenere un alloggio popolare e siano migliaia quelli che da anni attendono lo smaltimento delle graduatorie, c'è chi alza la voce e invoca l'assegnazione delle case popolari per i migranti, in modo tale da favorirne l'integrazione.
Monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara e presidente della fondazione Migrantes, a margine della presentazione del rapporto, ha messo l'accento su quella che per lui è una ingiustizia, ossia che i migranti debbano attendere 5-6 anni per il ricongiungimento familiare. E qual è la soluzione per lui? L'assegnazione di alloggi di edilizia popolare: "Non si può ritardare il ricongiungimento familiare anche di cinque o sei anni, perché non c'è una casa, perché i parametri della casa sono troppo elevati. È importante che questo dato che riguarda ormai il 52% dei permessi di soggiorno abbia uno strumento che è l'accesso alla casa in maniera certamente più adeguata rispetto a quello che avviene oggi". Parametri che sono gli stessi ai quali devono sottostare i cittadini italiani che, infatti, da anni attendono un alloggio. Esistono già situazioni in cui c'è uno sbilanciamento in favore degli stranieri, che possono contare su importanti agevolazioni inserite nei programmi di inclusione.
Un accesso ancora più agevolato di sicuro non serve a Milano, dove le politiche del welfare già agevolano gli stranieri rispetto agli italiani, come dimostrano i dati sulle assegnazioni. Nonostante gli stranieri siano circa il 20% della popolazione residente a Milano, hanno ottenuto un numero maggiore di case popolari.
Numeri quanto meno distanti a ciò che vorrebbe la statistica, che sollevano ben più di qualche dubbio sull'allarme discriminazione verso gli stranieri lanciato da monsignor Gian Carlo Perego nei confronti dei migranti, ai quali dovrebbe essere favorito anche l'accesso alla cittadinanza: "Senza la cittadinanza noi rischiamo che le persone vogliano andare in altri Paesi, è molto importante la cittadinanza perché aiuta da subito l'inserimento, l'inclusione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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