Non è durato molto l’interrogatorio di Somane Duula, il ventiseienne originario della Somalia che sabato scorso, a Rimini, ha ferito cinque persone, quattro donne e un bambino, dopo che gli era stato chiesto il ticket del filobus della linea 11 su cui viaggiava. L’immigrato è stato ascoltato dal pubblico ministero Davide Ercolani, ma il colloquio è stato sospeso, poiché il tribunale non è riuscito a trovare un interprete che sapesse tradurre in italiano le parole in somalo dell’indagato. Duula è riuscito solamente, in un inglese stentato, a dire che aveva fatto uso di cocaina prima che si scatenasse la sua violenza contro le due addette al controllo del biglietto sul filobus e, per strada, nei confronti di un bambino di sei anni e di altre due donne.
Il rifugiato politico, che era ospitato dalla Croce Rossa di Riccione, si è scagliato prima contro le due donne sul mezzo pubblico, colpite più volte, e, nel corso della fuga, ha minacciato chiunque incontrava. Dopo aver tentato di rubare un telefonino a un automobilista, ha ferito leggermente una giovane donna di Pesaro e un’anziana. Poco prima di essere catturato dalla polizia ha colpito anche un bambino originario del Bangladesh che passeggiava con i genitori e il fratello più grande. L’aggressore si trova adesso rinchiuso nel carcere dei Casetti di Rimini in attesa dell’udienza di convalida del fermo che si terrà nella giornata di domani. Sul ventiseienne somalo pendono le accuse di lesioni aggravate, tentata rapina e tentato omicidio, in particolare nei confronti del piccolo Sunny, che nella notte di sabato ha subìto due delicati interventi alla carotide e versa in prognosi riservata all'ospedale “Infermi” di Rimini.
Le sue condizioni, in ogni caso, non destano particolari preoccupazioni non avendo riportato danni neurologici; il bimbo è sveglio e interagisce con i genitori. Le addette al controllo, invece, sono state trasferite all’ospedale “Bufalini” di Cesena, ma le loro ferite non sono gravi. Sulla vicenda non si placano le polemiche. In particolare la Lega si è scagliata contro il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. A quanto pare l’immigrato somalo non avrebbe agito in preda a un raptus di follia; Duula aveva già dato segni di squilibrio in precedenza e la stessa Croce Rossa aveva segnato alla prefettura la pericolosità del rifugiato politico, in un primo momento in maniera informale, ma successivamente anche attraverso due messaggi scritti in posta elettronica certificata.
“Ci era stato affidato per essere ricollocato altrove – ha dichiarato al Corriere della Sera Rita Rolfo, responsabile della Croce Rossa di Rimini – non sarebbe dovuto uscire, ma non possiamo tenere reclusi gli ospiti. Avevamo avvertito per tempo la prefettura dell’aggressività del ventiseienne somalo”.
Per vederci chiaro e fare luce su un episodio che rischia di alimentare nuove polemiche questa mattina a Rimini sarà presente il ministro Lamorgese, la quale parteciperà direttamente alla riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Per Salvini, il quale chiede anche l'intervento del premier Mario Draghi, il delinquente che sabato ha terrorizzato Rimini andrebbe espulso in tempi rapidi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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