Non c'è pace per Fabrizio Corona. Il giudice monocratico del Tribunale di Rimini ha respinto l’istanza dell’avvocato difensore che aveva chiesto l’annullamento del processo a carico del fotografo per violazioni delle misure di sicurezza perché al momento in cui fu estradato dal Portogallo la richiesta delle autorità italiane non faceva riferimento al procedimento.
La vicenda risale al luglio 2012, quando Corona si trattenne in un locale notturno di Riccione oltre l’orario concesso dal giudice. All’epoca era infatti sottoposto all’obbligo di non uscire nelle ore notturne, ma per quella serata aveva ottenuto un permesso speciale dal Tribunale di sorveglianza, per poter partecipare ad uno spettacolo, ma solo fino alle 3 di notte. La "comparsata" in discoteca si era però protratta fino all’alba. E al rientro in hotel il fotografo aveva trovato i carabinieri ad attenderlo. La decisione del giudice riminese, al termine dell’udienza questa mattina, ha respinto la richiesta del difensore andando nel senso contrario a quanto deciso invece dai tribunali di Udine e Milano, dove Corona aveva altre pendenze, che hanno annullato i procedimenti. Il giudice monocratico riminese ha accolto l’opposizione del pm, Leonardo Berardi, che sulla scorta di due sentenze di Cassazione (del 2011 e 2013) a proposito delle normative europee sull’estradizione stabiliscono che le deroghe a tali normative vanno intese in senso "morbido", prevedendo la possibilità di processare l’estradato ma in stato di libertà.
Corona, che attualmente è detenuto per una condanna per estorsione, potrebbe essere sentito come imputato in aula a Rimini il 21 gennaio 2016. Qualora dovesse essere condannato ad una ulteriore pena detentiva dovrà essere però chiesta l’autorizzazione alla giustizia portoghese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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