Nell'ambito del caso Ciro Grillo può arrivare la svolta, anche se i tempi si preannunciano piuttosto lunghi. Nella giornata di ieri è stato stilato un calendario, che prevede almeno un'udienza al mese dal prossimo 1 giugno fino al 18 gennaio 2023. Comunque non può passare in secondo piano un fattore di non poco rilievo: è stato ammesso l'hard disk contenente le intercettazioni, che dunque farà parte del patrimonio in dibattimento. Perché è così importante? All'interno vi è tutto lo scambio di messaggistica, di chat che c'è stato tra Silvia (nome di fantasia) e altre persone. "A mio avviso è una prova importante perché attesta la genuinità di quanto racconta dopo la sua esperienza", ha spiegato l'avvocato Giulia Bongiorno. Motivo per cui la considera la "prova regina" del processo. A chiedere l'ammissione della prova è stata proprio la legale di parte civile della vittima della presunta violenza sessuale.
Cosa non torna
C'è poi un altro particolare: la Bongiorno ha fatto sapere che ci sono state delle dichiarazioni rese nelle indagini preliminari e nei verbali "che non coincidono con quanto dichiarato in tv e nei giornali". In via cautelativa aveva indicato due giornalisti nella lista dei testi per alcune interviste realizzate, ma le due firme del Corriere della Sera e de La Repubblica al momento non sono state ammesse. Magari potrebbero essere sentite più in là, ma si tratta solo di un'ipotesi.
La ragazza ha lasciato l'Italia
L'avvocato Bongiorno si è detto soddisfatto per le decisioni del giudice, ma al tempo stesso ha espresso forte preoccupazione per i tempi processuali. Non va dimenticato che a marzo 2022 è iniziato un processo su fatti che risalgono all'estate del 2019: "Il rischio è che si dilati la sofferenza della mia assistita". Tanto che la psicologa le ha consigliato di chiamare Silvia una sola volta per tutti gli argomenti "perché ogni volta è un nuovo trauma".
Dunque almeno fino al 18 gennaio 2023 la giovane studentessa italo-norvegese dovrà continuare a vivere questa sua ferita "e tutto questo comporterà il riaprirsi di sofferenze e dolori". La ragazza nel frattempo, "per ovvi motivi", ha lasciato l'italia e adesso vive in un altro Paese.
L'ombra della prescrizione
Come scrive Luca Fazzo su ilGiornale in edicola oggi, i ritmi non fanno stare tranquilli: anche se la prescrizione non è imminente, l'avvocato Bongiorno ha più volte espresso i timori per i tempi che potrebbero essere prolungati sempre di più.
Nei prossimi mesi veranno sentiti i vari testimoni (circa 60 quelli ammessi) e il processo entrerà nel vivo. Le versioni di accusa e difesa restano opposte: Silvia sostiene di essere stata costretta a dei rapporti sessuali contro la sua volontà; i ragazzi ritengono che la giovane fosse consenziente in quei momenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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