Ancona, sorelline abusate e vessate dal papà-orco: arriva condanna

È stata una delle tre a denunciare l’accaduto, lasciando una lettera sul banco di scuola, poi letta da un’insegnante. L’orco picchiava regolarmente le figlie, e le sottoponeva a punizioni atroci: con l’arrivo della pubertà, anche le violenze sessuali

Ancona, sorelline abusate e vessate dal papà-orco: arriva condanna

Un’autentica storia dell’orrore quella vissuta da tre sorelle di Ancona, che per anni hanno dovuto subire le costanti vessazioni del loro padre-padrone. Non solo percosse e brutali punizioni, ma anche abusi sessuali.

Stando a quanto riferito dall’accusa, che in tribunale ha lottato per tutelare i diritti delle ragazze, l’uomo aveva instaurato un vero e proprio regime di terrore in casa.

Le figlie non potevano partecipare alle attività scolastiche come invece facevano i loro compagni. Non era loro consentito prendere parte alle gite, od intratternersi con gli amici. Se soltanto osavano tornare un poco più tardi a casa, scattavano le violenze. Non solo. Le ragazzine erano obbligate a vestire con abiti smessi ed a tenere i capelli corti. Quando si trovavano in casa, inoltre, dovevano fare assoluto silenzio, altrimenti venivano picchiate.

L’unico “svago” loro concesso era recarsi alla messa e partecipare agli incontri religiosi della parrocchia. Un’esistenza atroce, che si è fatta ancor più disumana quando le due figlie maggiori sono cresciute, diventando adolescenti. A quel punto, oltre alle botte ed alle punizioni, sono iniziate anche le violenze sessuali, spesso commesse anche di fronte agli occhi della sorella più giovane.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’orco ha in più occasioni costretto le figlie ad avere rapporti con lui, anche se non completi. Le ragazzine non potevano ribellarsi, considerato il forte stato di paura e di sottomissione nel quale si trovano. Quando il padre-padrone non era soddisfatto di loro, non si faceva problemi a lasciarle senza cibo, a rinchiuderle per ore da sole nel garage o a farle dormire all’addiaccio, gettandole fuori di casa.

Durante il processo, l’orco ha rigettato ogni accusa, sostenendo di essere “vittima” di una sorta di cospirazione messa in atto dalle figlie contro di lui. La stessa madre delle giovani, che vive ancora con il marito, ha affermato di non avere mai assistito ad alcun genere di violenza.

Gli inquirenti, tuttavia, non credono alla coppia. Una delle sorelle, che in un’occasione aveva tentato di scappare di casa, era poi finita in ospedale con numerose ecchimosi. Al medico che si stava occupando di lei aveva raccontato di essere caduta, probabilmente per non far arrabbiare il suo aguzzino, presente anch’egli nella stanza.

È stata la stessa ragazzina a trovare il coraggio di chiedere aiuto, scrivendo una lettera lasciata sul banco di scuola e poi letta da un insegnante. Da questo momento sarebbero partite le indagini.

Convinti della colpevolezza dell’uomo, i giudici del tribunale di Ancona lo hanno condannato a 6 anni e 6 mesi per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale su minore, con l’aggravante della parentela.

Una pena comunque ridotta rispetto a quanto chiesto dal pubblico ministero Ruggiero Dicuonzo, che aveva invece proposto una condanna a 10 anni di reclusione.

Le ragazze hanno intanto lasciato la casa-prigione nella quale vivevano.

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