"Stiamo soffrendo per ottenere un grande successo". È fiducioso e positivo di Massimo Andreoni, virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive (Simit).
"Inizia la discesa"
Nel corso di un'intervista riportata da Agenpress, ha fatto il punto della situazione attuale fino a spingersi nell'immediato futuro. "I dati ci indicano che stiamo facendo la cosa giusta, mettendo in difficoltà il virus - ha dichiarato Andreoni - La sensazione è che stiamo finalmente raggiungendo il famoso picco che indica l'inizio della discesa, un periodo in cui ci saranno sempre meno infezioni, meno morti e più persone che guariscono. Dobbiamo continuare a soffrire ancora un po’..."
"Vietato abbassare la guardia"
La raccomandazione è un invito a non mollare o abbassare la guardia quando arriveranno dati sempre più confortanti, indice di una via d'uscita, perché "se noi interrompiamo troppo presto quello che stiamo facendo rischiamo di vanificare tutto". Con una metafora sportiva benaugurante per la ripresa anche delle attività agonistiche nel nostro Paese afferma che "stiamo vincendo la partita ma non possiamo metterci in difesa, dobbiamo continuare a giocare all’attacco, altrimenti rischiamo di pareggiare e poi di perdere".
Proprio sul tema "calcio", Andreoni non si sbilancia su una data di ripresa ma è fermamente convinto che giocare a febbraio la gara di Champions tra Atalanta e Valencia "sia stato un grave errore" perché "ha riacceso una quantità di focolai che si stavano spegnendo".
"Grande errore avere fretta"
Da illustre virogolo, spiega altrettanto chiaramente come il virus, per sopravvivere e diffondersi, abbia bisogno del corpo umano. Se si bloccasse sul nascere questo processo, il Covid-19 sarebbe "fregato". "I virus hanno bisogno di persone da poter infettare, questo è l'unico modo che hanno per sopravvivere - aggiunge - se c'è una persona infetta che continua a girare rischia di infettarne due, e quelle due rischiano di contagiarne 4", afferma Andreoni, motivo per il quale invita tutti alla prudenza per non vanificare tutti i sacrifici fatti fin qui di quarantene, isolamenti domiciliari e distanziamento sociale perchè "riprendere una vita normale 3-4 giorni prima sarebbe un grande errore".
Ecco i "test rapidi"
Bisogna, insomma, rifarsi al modello Cina, dove la quotidianità sta riprendendo gradualmente ma con grande attenzione. Un ulteriore strumento di aiuto saranno nuovi test per scoprire la malattia. "A Tor Vergata stiamo iniziando a studiare questi test rapidi, che sono un vantaggio per tutti - afferma il virologo - oggi usiamo un tampone che ha un tempo di esecuzione che si avvicina alle 4 ore. Questi test rapidi danno risposte in 45 minuti, addirittura i nuovi anche in 15 minuti" con enormi passi avanti nella gestione e nel controllo della malattia. Per questa ragione, fa un plauso al Policlinico di Tor Vergata fiore all'occhiello della Capitale con 200 posti letto per pazienti Covid di cui 40 in terapia intensiva. Ma la cosa positiva è che "l'afflusso dei pazienti non aumenta e questa è una buona notizia per tutti i romani ed i cittadini del Lazio", afferma soddisfatto Andreoni.
Le tempistiche del Covid
Il Prof. Andreoni chiarisce un altro aspetto della malattia, i cui tempi di manifestazione variano da persona a persona. Sicuramente, se entro 14 giorni non si è manifestato nessun sintomo "vuol dire che al 99,9% la persona non è stata infettata dal virus" spiega, perchè i tempi di incubazione sono compresi entro i primi sette giorni dal contagio "per il 60-70% delle persone".
La situazione europea
Sulla diffusione del virus in Europa, il Professore ha affermato che in Spagna è stato commesso lo stesso errore del Nord Italia, dove non si è chiuso tutto in tempo utile con il virus libero di circolare
per settimane, a differenza della Germania che ha iniziato a fare tamponi su tantissime persone. "Chi ha messo subito in atto i provvedimenti giusti ha una situazione completamente diversa", conclude Andreoni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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