Una scena raccapricciante quella avvenuta ieri pomeriggio ad Arezzo, per la precisione nei giardini del Porcinai, da tempo divenuti teatro di spaccio e di degrado imperanti.
A raccontare l’intero episodio su “La Nazione” è una giovane commerciante del posto che si è ritrovata, suo malgrado, ad assistere all’intero avvilente “spettacolo”. “A quell’ora c’è un monte di gente in giro, è anche per questo che non mi capacito”, spiega, ancora incredula. “Per terra, a strisciare, c’è una donna. Avrà avuto 40-50 anni, indossa un golfino rosso, si lamenta. È prostrata davanti a due giovani di colore: ‘Datemi una dose, vi prego, datemi una dose perché non ce la faccio più’”.
Questo, dunque, sono costretti a vedersi continuamente proporre i residenti della zona, che si trovano a passare per l’area verde situata dinanzi alla stazione ferroviaria di Arezzo. “I giardini della droga”, sono oramai arrivati a definirli con amarezza. I costanti controlli effettuati dalle forze dell’ordine, purtroppo, non sembrano sortire alcun risultato.
Stando a quanto riferito dalla ragazza, i due africani non si sarebbero affatto mostrati compassionevoli nei confronti di un essere umano ridotto ad umiliarsi per ottenere un veleno che loro stessi contribuiscono a diffondere. Infastiditi dalla presenza della donna, che di certo poteva portar loro soltanto dei guai, hanno tentato in ogni modo di allontanarla. “Vattene di qui, non ti diamo niente. Vai via, non è il posto adatto” le avrebbero detto con spezzo all’inizio. Poi, quando è stato palese che non se ne sarebbe andata, hanno cominciato a tempestarla di calci.
La donna, tuttavia, ha continuato ad implorare per ricevere la sua dose, ed alla fine uno dei due spacciatori ha raggiunto un terzo uomo. Quest’ultimo, seduto su una panchina in compagnia di una bimba, ha ascoltato quanto l’africano aveva da dirgli e poi si è diretto verso la supplice, ancora prostrata a terra.
“Hanno parlottato, lei si è calmata e si è rialzata.
Si erano messi d’accordo” conclude la giovane testimone, che non riesce a nascondere lo sdegno e la rabbia. “Possibile che nella mia città, in mezzo alla mia gente, si debbano vedere scene così avvilenti?”.Una domanda che continuano a ripetersi in molti, in ogni angolo d’Italia.
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