Una grave storia di abusi arriva da Arezzo, dove una ragazza di 30 anni, fra l’altro affetta da una patologia genetica, è stata più volte sedata e violentata dal patrigno di 47 anni.
Un fatto orrendo, a cominciare proprio dalla malattia della giovane donna, costretta ad assumere un farmaco che arriva a provocare in lei uno stato di completa apatia e rilassamento, molto simile al coma. Ciò spinge perciò la 30enne a decidere in accordo col medico di sospenderlo. Ed è a questo punto che cominciano le stranezze.
La donna, infatti, continua a cadere vittima del medesimo stato comatoso, pur avendo interrotto la terapia. Non solo. Molto spesso, risvegliandosi da quei lunghi momenti di incoscienza, la 30enne ha una sgradevole sensazione fisica. Percepisce chiaramente che qualcuno ha abusato del suo corpo.
I sospetti ricandono sulla figura del patrigno, che spesso si recava a casa della giovane per darle assistenza. Temendo che l’uomo stesse continuando a somministrarle il medicinale, la donna decide di tendergli una trappola e getta via il farmaco dalla boccetta, sostituendolo con semplice acqua. Dopo aver piazzato una telecamera nella propria stanza, finge al momento opportuno di cadere nel sonno profondo atteso dal suo molestatore.
Il piano riesce, ed il patrigno non perde tempo ad avventarsi su di lei, mettendole le mani addosso.
Appresa finalmente l’atroce verità, e registrato tutto sullo smartphone, la donna fa partire una denuncia. L’uomo, a questo punto, inizia a tormentarla, sgonfiando le gomme della sua auto e seguendola di continuo, dopo aver installato sul telefono della giovane un rilevatore gps. Numerosi i messaggi inviati su Whatsapp, uno dei quali, come riportato da “La Nazione”, contiene una palese confessione. “Ok, ho sbagliato, ma l’ho fatto non mettermi il cappio al collo”.
In tutto sarebbero almeno sei gli episodi di violenza sessuale, avvenuti fra il mese di luglio ed i primi giorni di agosto.
Il Gip di Arezzo ha emanato un'ordinanza restrittiva nei confronti del 47enne, che dovrà rimanere ad una distanza di almeno 100 metri dalla giovane. Durante la comunicazione del provvedimento, i carabinieri hanno addirittura trovato della droga nell’abitazione dell’imputato, e per questo l’uomo verrà processato per direttissima.
Intanto la 30enne continua a vivere nella paura, nascosta in un luogo dove spera che il patrigno non possa trovarla. Malgrado il video denuncia presentato, infatti, non è stato possibile procedere con l’arresto, dato che nel sopra citato filmato non avviene uno stupro.
Si vede il patrigno toccare la figliastra ma questa, per sua stessa ammissione, non è realmente incosciente e non oppone alcuna resistenza.Le indagini, ad ogni modo, sono ancora aperte. Tutto il materiale raccolto dalla vittima, messaggi e video, è al vaglio degli inquirenti.
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