Diversi arresti, obblighi di dimora, perquisizioni, pugni di ferro, machete e coltelli sequestrati. È questo il risultato del blitz compiuto questa mattina a Roma, Teramo, Ancona, Civitanova Marche, Padova e Cosenza per gli scontri a Roma durante la manifestazione degli "indignati". Ai domiciliari sono finiti antagonisti e anarchici che il 15 ottobre scorso hanno messo a ferro e fuoco la città (foto), devasando banche e negozi (video) e incendiando diverse auto e una camionetta dei carabinieri. Per loro il pm aveva chiesto il carcere e presenterà ricorso
La procura capitolina, in collaborazione con Ros e Digos ha identificato i resposabili delle violenze, ora accusati di devastazione, saccheggio e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. In particolare, sono stati identificati quattro giovani - ultras della Roma già conosciuti dalle forze dell'ordine e esponenti del gruppo "Azione antifascista Teramo" - che hanno assalito il blindato dei carabinieri (foto - video). Tra loro c'è anche Davide Rossi, che nelle scorse elezioni comunali a Teramo si era candidato come consigliere nelle liste di Rifondazione comunista.
"Non posso che apprezzare tutte le operazioni che portano alla chiarezza degli avvenimenti. Tutto ciò che fa luce sui fatti, non può che essere apprezzato", ha commentato il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri.
Secondo il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, a capo dell'inchiesta, il 15 ottobre "c’è stata un’aggressione, preordinata e violentissima, contro i rappresentanti delle forze dell’ordine da parte di esponenti dell’area antagonista, dell’area anarchica e di rappresentanti della tifoseria ultras, in particolare della Roma e del Teramo". Per la procura, in ogni caso, resta ancora molto da fare: "Ci sono ancora diversi soggetti da identificare e in corso di identificazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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