L'eroina era uscita dal boschetto di Rogoredo, per infiltrarsi nei locali etnici di Porta Venezia, a due passi dal centro di Milano. I carabinieri, nei giorni scorsi, avevano individuati i luoghi in cui la droga veniva smerciata e da lì sono risaliti ai livelli più alti della catena: a gestire le partire ci pensava una coppia di 33enni tunisini, residenti in provincia di Bergamo.
A loro, i carabinieri hanno sequestrato 8,7 chili di droga purissima, che sul mercato sarebbe arrivata a valere un milione e mezzo di euro. Oltre agli stupefacenti, anche 52mila euro in contanti, probabilmente i guadagni dell'attività illecita, come sottolinea il Giorno. L'indagine che ha portato i militari dell'Arma ha individuare i due tunisini era scaturita da un caso di maltrattamenti. Infatti, una settimana prima, le forze dell'ordine avevano arrestato un 51enne accusato di aver picchiato la figlia 12enne e obbligato l'altra figlia 22enne a protistuirsi in un night, per avere i soldi da giocare alle slot machine. Approfondendo i fatti, i carabinieri hanno scoperto che la 22enne era in contatto con uno spacciatore della zona, che viene subito messo sotto sorveglianza. Così si scopre che la centrale dello smercio di droga è un locale di Porta Venezia e da lì i militari risalgono al broker dell'eroina.
Seguendolo, gli inquirenti notano che spesso l'uomo si reca in un box, dove tiene l'eroina.
Così scattano le perquisizioni che ne individuano 8,7 chili, nascosti in un vano ricavato tra la scocca del motore e la base del sedile di un'automobile, oltre ai 52mila euro in contanti. Il broker dell'eroina e la complice sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio e possesso di documenti contraffatti, dato il ritrovamento di un passaporto "in bianco".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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