Asintomatici, ma con anticorpi: dal loro plasma arriva la cura?

Il 70% dei donatori di sangue di Castiglione d'Adda è risultato positivo al Covid-19. Hanno sviluppato la malattia senza accorgersene e ora hanno gli anticorpi: parte una terapia sperimentale

Asintomatici, ma con anticorpi: dal loro plasma arriva la cura?

Su 60 cittadini, 40 sono risultati positivi al nuovo coronavirus. Ma non avevano nessun sintomo. È il risultato di uno screeneng avviato dall'Avis, in collaborazione con le Università di Pavia e Lodi che hanno effettuato il tampone su alcuni donatori di Castiglione d'Adda, in provincia di Lodi. Tutti i 40 positivi sono risultati asintomatici: hanno sviluppato la malattia senza accorgersene e hanno prodotto gli anticorpi.

E ora, dal plasma ricco di anticorpi dei pazienti risultati postitivi, si inizierà a sperimentare una nuova terapia, come spiega alla Stampa Gianpietro Briola, presidente di Avis: "La somministrazione del plasma ricco di anticorpi per curare i malati". L'obiettivo è ricavare "farmaci plasmaderivati da somministrare ai pazienti più fragili con malattie croniche. Oppure come terapia per i malati Covid".

I donatori di Castiglione d'Adda non sono stati scelti a caso, dato il grande numero di decessi registrati nel paese del Lodigiano: 80 vittime su 4.600 abitanti. "Sapevamo già che nella zona focolaio avremmo trovato un' alta incidenza di positivi asintomatici, con gli anticorpi", spiega Briola. E infatti, dai test è emerso che il 70% dei donatori sono risultati positivi al Covid-19: un numero che non ha sconvolto il presidente dell'Ordine dei medici di Lodi, Massimo Vaiani, sicuro dell'alto numero di asintomatici, che sfuggono ai dati ufficiali. Per questo, i medici del Lodigiano hanno chiesto che vengano effettuati tamponi a tappeto ma, secondo Vaiani, "forse adesso è anche tardi per farlo, sarebbe stato necessario nelle prime settimane".

Adesso, invece, si guarda avanti, al post emergenza, e la preoccuopazione è rivolta "a chi uscirà di casa e tornerà al lavoro anche in città lontane dalla zona rossa, come Milano". Il tampone post quarantena, infatti, viene fatto solamente a chi ha sviluppato la malattia in modo grave o con sintomi forti, mentre per tutti gli altri non ci sono prove dell'avvenuta guarigione.

"Per questo- conclude Vaiani- stiamo chiedendo di potenziare l'utilizzo del tampone o comunque di scegliere un metodo di monitoraggio allargato per mappare le persone asintomatiche che, senza saperlo, rischiano di continuare a portare in giro il virus". Si cerca, in questo modo, di evitare la possibile seconda ondata del coronavirus.

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