Bambino morto per il batterio killer, tutti indagati i medici del reparto

Dalla Procura di Brescia avviso di garanzia per l'intera equipe di terapia intensiva neonatale degli Spedali civili di Brescia. Si tratta di un atto dovuto in vista dell'autopsia sul corpicino del bimbo

Bambino morto per il batterio killer, tutti indagati i medici del reparto

Tutti indagati i medici del reparto di terapia intensiva neonatale degli Spedali civili di Brescia, dopo la morte del neonato per l'infezione causata dal batterio "Serratia marcescens". L'accusa è omicidio colposo. Si tratta di un atto dovuto: i medici, infatti, in questo modo potranno nominare un proprio consulente per l'autopsia a cui sarà sottoposto il bambino.

Il piccolo, di nome Paolo, nato prematuro a fine gugno, era ricoverato con il suo gemellino, anche lui colpito dall'infezione sviluppatasi in ambiente ospedaliero e resistente agli antibiotici. Sono dieci in totale i bambini risultati positivi al batterio. "Si è sviluppato un focolaio epidemico di infezione/colonizzazione da Serratia marcescens - ha spiegato l'ospedale - caratterizzato da tre casi di sepsi neonatale, un'infezione delle vie urinarie e sei casi di colonizzazione".

I genitori del bimbo morto hanno scelto il silenzio.

La coppia è in ospedale per assistere il secondo figlio, sotto stretta osservazione per aver contratto il batterio. "Sembrava in condizioni stabili - ha ribadito Gaetano Chirico, primario della terapia intensiva neonatale del Civile di Brescia - poi all’improvviso è peggiorato. Abbiamo intrapreso la terapia, ma non ce l’ha fatta".

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